Le segherie
La presenza di boschi e di numerosi corsi d’acqua hanno favorito in val di Ledro lo sviluppo delle segherie ad acqua, la cui presenza è testimoniata a partire dal XV secolo, anni in cui si fornivano, alla vicina Riva del Garda, tavole e travi per riparazioni e costruzioni varie. Queste segherie sono anche dette segherie veneziane, perché ad introdurle nelle valli sin dal Medioevo fu la Repubblica di Venezia.
La scelta del luogo dove costruire una segheria non era mai casuale, poiché andavano presi in considerazione una serie di fattori necessari:
• la presenza di un corso d’acqua con regime idrico costante;
• un luogo sulla riva del torrente sufficientemente elevato per evitare possibili allagamenti;
• un ampio spazio per depositare il legname;
• un buon collegamento viario.
Dalla carta storica del 1859 e dal Protocollo degli Edifizi, realizzato dall’Impero austroungarico, risulta che in val di Ledro erano presenti sei segherie di cui 1 a Bezzecca, 1 in val Concei e 4 a Molina 1 e tre molino-sega (sia molino sia segheria) ubicati 1 a Pieve di Ledro e 2 a Tiarno di Sotto. Antecedentemente alla Prima guerra mondiale erano presenti invece circa una dozzina di segherie; furono costruite lungo il Rio Sacche a Tiarno di Sopra, sulle rive del torrente Massangla a Tiarno di Sotto e lungo il Ponale a Molina, Prè e Biacesa. Le cose iniziano a cambiare con il 1929, anno in cui il torrente Ponale venne prosciugato, in seguito alla realizzazione della centrale idroelettrica di Riva; nacquero così le prime segherie con motore elettrico, che sostituirono quelle funzionanti con la ruota idraulica e di conseguenza le segherie cominciarono a sorgere lontano dai corsi d’acqua.
Segheria del Pinabel (XVII secolo) si trova a Bezzecca sul torrente Massangla
Segheria dei Luigianti ubicata a Tiarno di Sotto in via alla Sega