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I mulini

L’antica presenza dei mulini nel territorio ledrense è testimoniata innanzitutto da numerosi toponimi: l’abitato di Molina di Ledro, le quattro Val dei Molini di Concei, Pieve, Bezzecca e Tiarno di Sopra, le diverse vie dei Molì, il Ri dei Molì di Pieve ecc. I mulini erano posizionati a catena lungo i principali corsi d’acqua (Rio Sache, torrente Massangla e torrente Ponale), al fine di garantire il funzionamento di più mulini sfruttando la stessa acqua. Le prime tracce della presenza dei molini in val di Ledro risalgono al 1623: Alli molini alle orbede, presente nelle Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in Val di Ledro nel Trentino. Il fondovalle piuttosto stretto non ha mai consentito una produzione abbondante, ma nonostante ciò, prima del 1914 esistevano circa 25 mulini 2; di questi solo cinque o sei funzionavano tutto l’anno, mentre gli altri erano stati costruiti con la speranza di ricavarne un’attività integrativa all’agricoltura e furono abbandonati dopo un certo periodo. Quando invece restarono attivi, servirono per macinare il grano del proprietario o al più quello di poche altre famiglie. A favorire inoltre il decadimento e l’abbandono di alcuni mulini fu l’avvento del
motore elettrico. Ulteriori informazioni sul numero di mulini presenti in val di Ledro emergono dal Catasto Teresiano del 1859, dal quale risultano 35 mulini di cui 6 a Biacesa, 6 a Bezzecca, 5 a Concei, 2 a Legos, 6 a Molina di Ledro, 6 a Pieve, 1 a Prè e 3 a Tiarno di Sotto e 3 molino-sega (sia molino sia segheria) di cui 1 a Pieve di Ledro e 2 a Tiarno di Sotto. Un altro dato interessante riguardo all’attività molitoria ledrense ci viene fornito dalla Relazione statistica della Camera di Commercio e d’Industria in Rovereto per l’anno 1880, nella quale vengono indicati il numero di mugnai riconosciuti ed operanti in quell’anno: 2 Bezzecca, 2 Biacesa, 1 Enguiso, 1 Lenzumo, 2 Locca, 1 Pieve di Ledro, 1 Prè, 4 Tiarno di Sopra e 2 Tiarno di Sotto. Oltre alla macinazione dei prodotti locali ne venivano importati degli altri per sopperire al bisogno locale, mentre per macinare i prodotti secondari, come ad esempio il caffè o le fave, ogni famiglia era provvista di pile (mortai).

Nel nostro censimento sono stati individuati 24 mulini.

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Mulino Bertolotti a Tiarno di Sopra. Oltre ai cereali veniva macinata la corteccia di abete che una volta sminuzzata veniva adoperata dai conciatori di pelli.

 

 

 primo piano Mulino Brighenti Molina

 

 

Mulino Brighenti a Molina di Ledro.

Macchinari posto al primo piano. Si può osservare la tramoggia adoperata per versare il grano nelle macine, l'elevatore a tazze per trasportare il cereale macinato da un piano all'altro e sullo sfondo il buratto, utilizzato per dividere la farina in base alla grossezza.