La nostra storia
...ovvero la storia di un gruppo di marziani caduti sulla terra...
di Donato Riccadonna
La storia del Gruppo Culturale Fiavè-Lomaso-Bleggio è una storia controcorrente e atipica dei nostri piccoli paesi delle Giudicarie iniziata nell’oramai lontano 10 febbraio 1974 e continuata con buoni spunti fino alla fine degli anni ’90 e che attualmente arranca in semi clandestinità. Affonda le radici negli scontri ideologici degli anni ‘70, quando c’era il bianco ed il nero senza alcun grigio in mezzo, quando buona parte di una generazione ha avuto il suo momento di gloria e di disperazione assieme nel 1977, stretta com’era tra la fine dell’illusione di cambiare il mondo del 1968 e gli anni di piombo. Una generazione per cui tutto era politica, anche la vita privata: non a caso uno dei filoni che ha sempre accompagnato la storia di molti aderenti al Gruppo Culturale era quello di organizzare momenti di aggregazione ludica alternativi a quelli ufficiali, come i mitici falò allo “Spiaz de la mula” vicino alla Pineta di Fiavè, o addirittura inventare una sagra che non esisteva come quella del Doss con tanto di sfida calcistica tra i due rioni storici di Fiavè, i Sabadini ed i Sotratori, che si è protratta per molti anni. O andare a discutere nei tanto vituperati bar, coinvolgendo a volte l’intero pubblico presente.
Insomma una delle nostre pietre miliari era quella di pensare globalmente e agire localmente, e quest’ultimo aspetto ogni tanto ci andava stretto, perché un paese di mille abitanti per stimolante che sia è pur sempre un paese di mille abitanti. Ecco perché da subito il raggio di azione era stato individuato in almeno tre zone, Fiavè, Lomaso e Bleggio, con sede a Fiavè, perché allora questo paese era ancora un forte punto di attrazione dell’intera zona. E comunque molte iniziative hanno riguardato l’intera valle o addirittura sono state proposte nel Basso Sarca.
Una delle riflessioni che ci hanno attanagliato era relativa a che ruolo deve avere un gruppo culturale: una delle risposte forse un po’ suggestiva che avevo delineato era quella che noi stavamo in una posizione spazio-temporale un passo avanti ed un passo indietro.
Un passo avanti significa che molte delle intuizioni stavano in realtà un passo avanti e comunque in sintonia con quanto avveniva in giro secondo delle coordinate molto più ampie. Di esempi ne posso portare molti, a partire dal fatto che tale gruppo viene fondato nel 1974 negli anni caldi della contestazione. Oppure alla grossa riscoperta di quegli anni del linguaggio cinematografico per capire e criticare la realtà e si confronti tale esigenza generale con tutti i nostri innumerevoli cineforum organizzati negli anni ’70. Altro esempio: l’emergere delle tematiche eco pacifiste agli inizi degli anni ’80 ha visto il nostro gruppo in prima fila, basti vedere le serate sul nucleare e sulla presenza dell’orso bruno, alla giornata ecologica (che ha ripulito per molti anni tutte le discariche abusive e le immondizie sparse sul Comune di Fiavè), all’impegno nell’obiezione di coscienza anche cDdadadaon la richiesta, poi respinta, di poter accogliere obiettori in servizio civile. Altra coordinata emersa a metà anni ’80 è la valorizzazione ed il rilancio di una visione dell’ambiente in termini culturali, per arrivare ad un turismo culturale ed ambientale: si confronti allora quando partì il Rally tesoro oppure l’iniziativa più ambiziosa, Storia leggenda che dal 1986 al 2018, ha toccato con spettacoli, studi e ricerche tutti i comuni delle Giudicarie Esteriorie di Tenno. Altra linea di sviluppo importante è la , riscoperta, non in termini localistici della microstoria, che con i suoi contributi va a colmare le molte lacune della cosiddetta macrostoria. Ed ecco che proprio agli inizi degli anni ’80 il rifiorire di tali studi, agevolati nel nostro gruppo per l’interesse specifico di qualcuno. E non possiamo dimenticare i nostri contributi sull’occupazione giovanile, il ruolo della scuola dell’obbligo, la vera cooperazione di don Guetti contrapposta a quella confessionale dei suoi seguaci (questa presa di posizione fu aspramente criticata dall’allora parroco di Fiavè, don Chiocchetti, con il quale si innescò un dibattito a distanza), il ruolo dell’emittenza privata (ricordiamo che nel 1976 finisce il monopolio RAI ed inizia il fenomeno tumultuoso delle cosiddette radio libere). Ed ancora il fenomeno del rock locale scoppiato a livello nazionale con l’inizio degli anni ’80 e che ha avuto seguito da noi con i raduni di “Arco atuttamusica” a cui il nostro gruppo ha collaborato attivamente.
Per passo indietro intendo che la ricerca delle motivazioni per resistere all’appiattimento, all’assopimento delle coscienze, alla normalizzazione sociale, all’omologazione, devono andare a pescare a punti di riferimento un po’ vecchi e poco praticati, come la solidarietà, la tolleranza, l’esigenza di uguaglianza. Insomma cose attualmente un po’ patetiche dove prevale il NOI e non l’IO…. E bisogna aggiungere che questo nostro non stare in sincronia con la realtà (un passo avanti ed un passo indietro) era ribadito e praticato con orgoglio, magari per vederla con occhi più curiosi, anche se il rischio dietro l’angolo era quello di vivere sempre “altrove”.
A distanza di molti anni cos’è rimasto di tutto questo? Innanzitutto la nostra generazione mi sembra si sia salvata dalle macerie degli anni ’70 uscendone indenne, anche perché, e questo posso affermarlo con certezza, il nostro pressante controllo collettivo non ha fatto arrivare in quel periodo droghe pesanti dalle nostre parti.
Alcune sue intuizioni sono assolutamente attuali: infatti se si vanno a confrontare i contenuti del progetto di fattibilità dell’Ecomuseo delle Giudicarie dal Garda alle Dolomiti (1999), si vedono le affinità di contenuto e di forma del progetto Storia leggenda.
E poi ci sono una decina di libri sulla storia e l’ambiente della nostra zona, che hanno visto il gruppo come patrocinatore o promotore, e un’istituzione come Il Museo delle Palafitte di Fiavè caldeggiato, voluto e promosso dal nostro gruppo fin dagli anni ’70: magari non è esattamente quello che si voleva (vedi luogo distante dalla Torbiera e mancanza di valorizzazione sullo scavo della torba) ma comunque c’è e potrebbe essere un volano culturale ed economico fondamentale. La storia attuale ci porta come gruppo molto ristretto ad impegnarci in singoli progetti, ma come singoli nelle rispettive realtà a lavorare tantissimo e forse più di prima per gli stessi ideali che ci hanno spinti nel lontano 1974 a fondare un gruppo in un paese di mille abitanti che voleva cambiare il mondo, cominciando da sé stessi. Un po’ come dei marziani caduti sulla terra…..
10 febbraio 1974 - 10 febbraio 2024
CINQUANT’ANNI SUL FILO - l'elenco delle attività nei 50 anni di storia
I 4 presidenti
Da sinistra Valerio Frigo, Donato e Graziano Riccadonna, Cristiano Zambotti