San Sebastiano e la Comunità di Fiavè
2012
A cura di Ivana Franceschi e Graziano Riccadonna
Grafica 5 (Arco)
pag. 214
Patrocinio: Comune di Fiavè e ASUC Fiavè
Quarto volume della serie che chiude la trattazione del Comune di Fiavè, dopo Favrio, Ballino e Stumiaga. La storia locale che viene indagata è quella di Fiavè, toponimo che secondo qualcuno deriverebbe da una leguminosa, la fava e alla sua coltivazione: questa ipotesi è suffragata anche dal ritrovamento archeologico di questo legume nel sito palafitticolo di Fiavè. Invece secondo don Lorenzo Chiocchetti, studioso di storia e già parroco di Fiavè, l’etimo Fiavè avrebbe a che fare con Flaveum, biondeggiante, dal latino Flavus, poiché l’altopiano di Fiavè era in passato coltivato a cereali che prima della mietitura danno al paesaggio il colore giallo. Il libro parte dalle due chiese di Fiavè presenti nel 1580, quando si iniziò a rendersi autonomi dalla Pieve lomasina e dalla sua comunità. Il libro segnala anche le opere architettoniche cui mettere mano per poterle conservare come il campanile romanico di san Zeno, primo protettore di Fiavè, e opere d’arte come gli affreschi di Palazzo Levri, da sottoporre a restauro e consolidamento.