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Ci sono dei luoghi che sono dei confini naturali, delle cerniere nel tempo e nello spazio che determinano dei passaggi obbligati, spesso in circostanze di selvaggia e rara bellezza. Uno di questi è senz’altro la valle del Ponale e cioè quella insenatura nella roccia che sale dal lago di Garda fin verso la valle di Ledro o viceversa, dipende dal punto di vista, mettendo in relazione oltre a due laghi, anche un ambiente mediterraneo ad uno alpino e fungendo nei secoli da stretto ma necessario passaggio tra la Lombardia e il Trentino. Passaggio tanto angusto e spettacolare che ha da sempre suscitato meraviglia e allo stesso tempo paura se non terrore a chi lo poteva ammirare dal lago. E’ stato descritto in molteplici modi con racconti, diari, commenti, stampe, disegni, dipinti e soprattutto fotografie. Tante, tantissime fotografie fin dagli albori di quest’arte che fissava in una lastra un’impressione. Questo libro, giunto alla sua terza e ampliata edizione, è un racconto ad episodi per immagini, scelte tra le centinaia e centinaia visionate, custodite da archivi pubblici, soprattutto del Museo Alto Garda e di tanti privati che hanno fatto della Ponale una vera e propria categoria delle proprie collezioni. E’ per questo che il racconto inizia con una nicchia particolare, la fotografia stereoscopica. Dall’introduzione di Michele Lanzinger, direttore del Muse - Museo della Scienze, Trento….È ben vero che nella società contemporanea il sapere scientifico e la tecnologia sono considerati i fattori predisponenti e abilitanti la produzione di beni e servizi, così come la combinazione di sviluppo e innovazione sono visti prevalentemente come dei prodotti generati da logiche formali quasi riducibili alla sola compilazione di algoritmi. Siamo tuttavia consapevoli che l’atto dell’invenzione e quello della creatività muovono da relazioni difficilmente scrivibili con le sole regole della logica formale. E questo è il caso della capacità di intravvedere futuri grazie ad associazioni inedite di idee che muovono da conoscenze profonde stratificate nella memoria e nell’identità dei luoghi. Ne è esempio superlativo la nuova vita della Ponale. Essa non è il prodotto di un ragionamento di logica espansiva di un qualsivoglia prodotto turistico, non nasce come una pianificata strategia di sviluppo locale o un piano di marketing. La sua re-interpretazione è il risultato di una genuina convinzione che questo patrimonio di storie e di opere meritasse di sopravvivere alla sua oramai terminata età della funzionalità infrastrutturale, per entrare a pieno titolo in una lettura culturale del   territorio. Un frammento di paesaggio da mantenere e riproporre in un contesto di diversa fruzione.                                                      

                                                                                                                                                                   Ph Alberto Maino

a cura di Associazione Riccardo Pinter e Associazione Araba Fenice, 144 pagine, 200 fotografie, 15 euro