Peregrinare…ovvero la storia del Circolo di Cultura Popolare
In questo spazio del sito troverete preziose informazioni sull’attività partita nel lontano 1975, sui vari direttivi che si sono succeduti nel tempo, i nomi dei soci e dei simpatizzanti che vi parteciparono, in una collocazione politica che fu sempre orgogliosamente a sinistra, ma mai partitica.
Quando il C.C.P. venne fondato io non c’ero. In quegli anni remoti facevo il cuoco, lontano da Arco per dieci mesi all’anno, finché non mollai quel lavoro e divenni agricoltore nell’azienda di famiglia, e da allora non mi sono più mosso dalla valle.
Cominciai a conoscere i ragazzi e le ragazze del circolo frequentando il cineforum presso il Cinema Nuovo di Arco, che ovviamente ora non c’è più. Entrai nel gruppo nel ’77. La loro storia la troverete sfogliando queste belle pagine, un archivio che il Donato Riccadonna ha pazientemente recuperato e conservato nel tempo, salvandolo dall’oblio.
C’è una cosa che credo manchi. Lo spazio fisico dove ci si trovava. Le sedi, assegnate, prestate, concesse, tolte e poi ridate. La prima in assoluto, a parte le riunioni in casa di amici, fu il Bar ENAL, o bar dei compagni, che stava presso Villa Igea, attuale sede centrale della Cassa Rurale. Conclusa quella gestione, siamo stati ospiti per diversi mesi del Collettivo Femminista, in una stanza in via Segantini ad Arco, difronte all’attuale biblioteca. Era il 1978. Restammo lì fino a quando la nostra richiesta di una sala pubblica finì sulla scrivania del Sindaco Selenio Ioppi. Finalmente accolta. Venne concesso al circolo l’utilizzo a Palazzo Panni, la ex scuola media dismessa da anni, dell’aula professori, situata al piano terra, subito dopo l’ingresso principale. E lì rimanemmo per quasi tutti gli anni ’80. Con la ristrutturazione dell’immobile il circolo dovette trasferirsi in una saletta presso l’ex cassa di Risparmio, di fronte a Villa San Pietro, mentre il copioso materiale librario era stato sistemato in cantine di amici. Ma solo per un breve periodo. L’allora assessore alla cultura Ennio Lattisi, ci mise a disposizione uno stanzino, lo chiamavamo “il loculo”, nella Casa dei Servi di Maria, all’angolo tra l’ex OCRA e il Padre Monti, dove ora c’è un bar. Ma è stato solo grazie alla giunta del Sindaco Ruggero Morandi e all’assessore Mauro Vecchietti, che avvenne nel 1992 il definitivo trasferimento a Massone in via Bezzecca 19 nel complesso ITEA, che è diventata la nostra sede storica, il Centro sociale Beppa Giosef, arricchita di 10.000 libri e migliaia di fumetti di “seconda mano” e a disposizione di tutti, del biliardo dell’ex Bowling di Riva del Garda e della vecchia scrivania dell’aula professori di Palazzo Panni.
Il Beppa Giosef negli anni si è trasformato in un “porto di mare” per innumerevoli incontri di associazioni, comitati di quartiere, gruppi spontanei, ragazzi in servizio civile, feste di compleanno, ecc. ecc. assolvendo un compito comunitario fondamentale: quello di trovarsi per parlare, giocare o festeggiare in un luogo accogliente e confortevole senza tante scartoffie da compilare.
La porta è sempre aperta!
Camillo Ischia