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Giovanni Skulina (1912-1979)

Giovanni Skulina nasce ad Arco nel 1912 dall’unione di Johann jr (di Fiedek, Repubblica Ceca) e da Mathilde Wolf (di Norimberga, Germania). Il nonno Johann aveva deciso di spostarsi, per motivi di salute, da Friedek, dove faceva il libraio, ad Arco, famosa per il clima salubre e per i numerosi luoghi di cura. Dopo aver raggiunto Arco nel 1897 con la famiglia, composta dalla moglie Bertha Kailing e dal figlio Johann jr, Johann apre un negozio per la vendita di valori bollati, giornali, souvenir e articoli fotografici. Inizia così, in maniera quasi fortuita, il legame che unirà – pur con vari cambiamenti e differenze – la passione per la fotografia e i discendenti della famiglia Skulina. Il negozio passerà infatti di padre in figlio, intrecciando un’interessante storia famigliare segnata da due conflitti mondiali e varie avversità che hanno causato numerose perdite e dispersioni del materiale dell’archivio Skulina.

Verso la fine degli anni Venti la famiglia Skulina aprì un negozio a Torbole, nei locali dove attualmente ha sede il bar Bellavista in piazza Alpini, e per un periodo gestirono contemporaneamente entrambe le attività commerciali di Arco e Torbole. Nel 1931 Giovanni chiese e ottenne dal Questore della provincia di Trento la licenza per esercitare l’arte fotografica; poco dopo diventò il titolare del negozio di Torbole e cessò l’attività ad Arco. All’interno del negozio, chiamato Foto Centrale, venivano venduti valori bollati, giornali, souvenir e cartoline, oltre a essere presente uno studio fotografico.

Fino al 1945 l’attività fotografica di Giovanni fu piuttosto stanziale: veniva infatti spesso incaricato dalle persone del posto per realizzare qualche scatto in occasione di eventi importanti, oppure si recava nelle loro abitazioni per le classiche fotografie di famiglia e realizzava dei panorami dai quali ricavare delle cartoline. Tra le varie fotografie scattate su commissione spiccano alcune vedute di Torbole, Limone e non solo, realizzate per il Touring Club Italiano. A partire dal Secondo dopoguerra Giovanni chiese e ottenne dal questore la licenza per svolgere l’attività di fotografo ambulante. Iniziò quindi a muoversi tra i paesi dell’Alto Garda, posizionandosi nelle piazze a fotografare le persone che per l’occasione si recavano da lui per alcuni scatti; frequentava ad esempio molto la zona dell’Oltresarca, in particolar modo Bolognano, la Val di Gresta e anche Arco, dove si fermava nei pressi del Casinò a disposizione di chi desiderasse farsi fotografare: gli scatti venivano lasciati poi alla pasticceria Galas, in modo da facilitare la consegna delle fotografie. Una parte dell’attività si svolgeva poi all’interno del Preventorio Infantile di Pavia (Colonia Pavese) a Torbole, dove scattava fotografie ai bambini e ai lavoratori, ma anche presso le Case di Cura di Arco e ai suoi ospiti. Grazie all’opportunità dei sanatori, Giovanni ebbe la possibilità di seguire i pazienti e fotografarli durante le loro gite organizzate in barca sul lago di Garda o in corriera a Madonna di Campiglio, sul lago di Toblino e altre mete turistiche. Nel corso di queste uscite Giovanni iniziò a sviluppare l’idea di affiancare all’attività di fotografo quella di guida turistica, organizzando vere e proprie gite per i turisti durante le quali realizzava numerosi scatti fotografici. In virtù degli attestati e dell’esperienza acquisita come guida turistica e interprete di tedesco e grazie anche agli ottimi collegamenti e conoscenze del mondo olandese, diventò un vero e proprio ponte tra le principali agenzie turistiche dei Paesi Bassi e gli alberghi dell’Alto Garda in particolar modo di Torbole, Nago, Arco e Riva, portando comitive di turisti in zona. Per i trasporti durante le gite si appoggiava a diverse compagnie, come la società ferroviaria RAR di Luigi Canobbio, che forniva un servizio anche di autobus, l’Atesina e la S.I.A. di Milano. Oltre ai trasferimenti con le corriere, venivano organizzati viaggi sul lago con battelli e inizialmente anche con barche e motoscafi di privati locali. Se inizialmente era lui stesso ad accompagnare i turisti durante le escursioni, verso il 1954/1955 l’attività ebbe un forte incremento arrivando ad assumere una decina di ragazze olandesi che lo affiancavano guidando le comitive in visita nelle diverse mete turistiche. Alle sue collaboratrici Giovanni forniva delle macchine fotografiche, in modo che si occupassero anche della realizzazione degli scatti durante le gite. Non accompagnando più i turisti, cessò di fatto la produzione fotografica di Giovanni, anche se la fotografia rimase ugualmente la sua grande passione, alla quale continuò a dedicarsi, orientandola in particolare a uno dei suoi grandi interessi: la rappresentazione del paesaggio del Garda.

A cavallo tra il 1964 e il 1965, Giovanni decise di intraprendere una nuova attività e, in società con altri imprenditori, costruì dei bungalow a Voltino, frazione di Tremosine in località Bassanega da affittare. L’impegno nella gestione dei bungalow e l’aumento di agenzie viaggi sul territorio altogardesano spinsero Giovanni alla chiusura dell’attività di Torbole, ma continuò comunque a mantenere i contatti con le agenzie olandesi per portare ospiti nei propri bungalow. Quest’ultima attività imprenditoriale lo terrà impegnato fino alla pensione.

 

Crediti foto: Ritratto di Giovanni Skulina a Venezia, seconda metà anni Quaranta del XX secolo, Archivio privato famiglia Skulina