4. Ex Colonia San Vincenzo di Monte Velo - Arco
Località
Arco, Loc. Monte Velo
Indirizzo
Località Velo Bolognano
Utilizzo attuale
Abitazione privata
Un po' di storia
L'edificio, conosciuto come Colonia San Vincenzo, era originariamente una malga di proprietà dei fratelli Luigi e Augusto Morandi. Roberto Morandi, figlio di Luigi, intorno agli anni 30 trasformò la suddetta malga in un albergo, denominato “al Castellino”. L'attività dell'albergo è stata molto intensa per alcuni anni, ma per problemi finanziari del titolare purtroppo l'albergo chiuse i battenti e passò al SAIT di Trento. Negli anni dal 1939 al 1943 circa, la Gioventù Italiana del Littorio, GIL, organizzò e gestì un'attività di colonia per la gioventù littoria. Dopo qualche anno la proprietà passò dal SAIT alla Lega contadini e alla Cassa rurale di Arco, che nel 1946 lo diede in uso, con canone di affitto simbolico, all'associazione San Vincenzo de Paoli, affinché organizzasse una colonia per ragazzi del Comune di Arco, visto che era nata nel 1923 per assistere le famiglie povere e soprattutto per curare e assistere i fanciulli più bisognosi di Arco. La gestione della san Vincenzo si è conclusa nel 1975, come si evince da una lettera della Cassa rurale di Arco del 10 marzo 1976 tratta dall’archivio di Selenio Ioppi.
Terminato il lungo e importante periodo della Colonia, dopo qualche anno di altri utilizzi seguiti da chiusura ed abbandono verso la fine degli anni 80, la Cassa rurale ha messo in vendita l'edificio, che attualmente appartiene a tre diversi proprietari. La Colonia San Vincenzo accoglieva i bambini dai 6 ai 12 anni e iniziava l'attività nel corso del mese di giugno, fino alla metà di settembre e ogni turno ospitava dai 60 ai 70 bambini. Direttore della Colonia è stato per molti anni il Maestro Giovanni Miorelli di Arco, mentre la maestra Agnese Saibanti era la sorvegliante. Custode della Colonia era Espedito Giovanazzi. Con la moglie Adriana Regaiolli. Una delle testimoni, Lidia Morandi, ricorda che i ragazzini e le ragazzine di ogni turno avevano il preciso compito di trascinare alla Colonia, al loro rientro dalle loro escursioni, alcune ramaglie, che venivano accatastate e servivano per preparare un grande falò per la serata del commiato che era un evento molto atteso e partecipato da tutti. La struttura ha fornito negli anni anche un servizio di vendita di pane fresco su ordinazione per la gente del posto ed era dotata di telefono pubblico con cabina. Anche il servizio postale ha raggiunto per alcuni anni, durante il periodo estivo, le abitazioni di Monte Velo. La colonia di San Vincenzo era servita quotidianamente dalla corriera e questo rappresentava un appuntamento importantissimo in quanto ogni famiglia ritirava il pane fresco ed eventuali altre vettovaglie. Il servizio di trasporto era effettuato dalla ditta Mattuzzi di Riva dei fratelli Egidio e Edoardo, detto Edi, originari di Terragnolo. Tanti ricordano che Edi guidava con destrezza una corriera azzurra e blu con portapacchi sul tettuccio, sollevando nuvole di polvere biancastra ad ogni tornante, la corriera modello Fiat 626 con targa TN 14 203.
Scheda tratta da “Storie di Velo” a cura di Flavia Morandi dell’Associazione Monte Velo, 2013 Grafica 5
Per saperne di più
Flavia Morandi (a cura di), Storie di Velo, Associazione Monte Velo, Grafica 5, 2013.