Stefano Bardini

ID 32168

Pieve di Santo Stefano (Arezzo), 1836 
Firenze, 12 settembre 1922

Artista, antiquario, patriota garibaldino


Stefano Bardini nacque a Pieve Santo Stefano nel 1836. Giovanissimo si trasferì a Firenze per studiare pittura all’Accademia delle Belle Arti; abbandonò poi l’Accademia per frequentare i circoli del movimento innovatore dei Macchiaioli e, come molti di loro, partecipò alle lotte per l’unità d’Italia.
Nel 1866, nel contesto della Terza Guerra d'Indipendenza, si arruola nel 1° Reggimento del Corpo Volontari garibaldini per combattere l'occupazione austriaca nel Tirolo meridionale. Combattè valorosamente a Monte Suello e a Bezzecca. Durante i combattimenti Bardini venne ospitato insieme ad un altro pittore di prestigio, Alessandro Trotti, presso la chiesa di Bersone del curato don Pietro Galletti. Bardini promise che se fosse sopravvissuto avrebbe ringraziato la Vergine Maria dipingendo una pala d'altare in segno di riconoscenza per l'accoglienza ricevuta. Nel 1867, rientrato a Firenze, inviò il suo dipinto raffigurante la Madonna Immacolata (e così fece Trotti con il suo Sant'Antonio Abate) a don Pietro Galletti: le due pale vennero collocate sugli altari ai lati dell'arco santo che, come ebbe a testimoniare il sacerdote: "Da intelligenti di pittura furono giudicate di molto pregio, da ogni classe di persone poi dichiarate molto divote".
Nel decennio immediatamente successivo alla partecipazione delle campagne garibaldine, Stefano Bardini divenne un raffinatissimo conoscitore di arte antica e un abilissimo manager nel campo del restauro e del commercio antiquario. Aveva relazioni d´affari, in Italia e all’estero, con i principali musei e collezionisti, tanto da esportare, a partire dal 1874, opere del Beato Angelico, del Pollaiolo e di Tiziano.
Quello che oggi conosciamo con il nome di Museo Bardini, era all’epoca la galleria d’arte privata di Palazzo Mozzi, acquistato da Bardini fra il 1880 e il 1881; Bardini allestì le sale del Palazzo come gallerie d’espozione per sculture, dipinti, mobili, ceramiche, arazzi, armi e strumenti musicali; laboratori di restauro e laboratorio fotografico  laboratorio fotografico, oggi preziosissimo archivio di immagini. Negli ultimi anni della sua vita decise di lasciare alla sua città di adozione una galleria d’arte, ‘per l’affetto’ che lo legava a Firenze ‘e per dimostrare il culto’ che aveva ‘sempre nutrito per la sua storia artistica’, come scrisse nel suo testamento due giorni prima di morire, nel settembre del 1922.

http://www.news.giudicarie.com/it/valle-del-chiese/163-bersone/4095-bersone,garibaldini,-pale-d-altare,-stefano-bardini,-alessandro-trotti,-madonna-immacolata,-sant-antonio-abate.html
https://guardafirenze.com/2020/01/23/stefano-bardini-il-principe-degli-antiquari/

facce2

Museo e Galleria Mozzi- Bardini, Firenze

Madonna Immacolata, pala d'altare di Stefano Bardini. Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano a Bersone (Trento)