Milano, 14 gennaio 1828
Milano, 29 novembre 1897
Pittore, garibaldino
Nato a Milano il 14 gennaio 1828 da Carlo e Maria Bottoni, fu allievo all'Accademia di Brera, ma si formò soprattutto nello studio di Domenico e Gerolamo Induno legandosi con quest'ultimo di una profonda e lunga amicizia. A vent'anni partecipò attivamente a Milano alle Cinque giornate e, subito dopo il matrimonio, partì volontario nella Prima Guerra d'indipendenza. Al ritorno cominciò ad esporre le sue prime opere ispirate al genere storico, dipinte quasi sempre per una facoltosa committenza aristocratica di cui godette per tutta la vita. Di questo gruppo di opere rimane oggi, purtroppo, solo La morte di Ferruccio a Gavinana, eseguita per il Conte Litta. Ma la sua pittura è in larga parte strettamente intrecciata alla sua intensa partecipazione alle vicende militari risorgimentali. Volontario fra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi nel corso della Seconda Guerra d'indipendenza del '59, volontario nella spedizione garibaldina dei Mille, al ritorno a Milano nel 1860 aderì con Tranquillo Cremona, Vespasiano Bignami ed Eleuterio Pagliani alla "Società de la Confusion" (in seguito divenuta "Circolo degli artisti"). E' questo il momento in cui la sua pittura risente maggiormente del clima del primo verismo e dell'orientamento artistico della Scapigliatura che ne orientano l'opera verso i temi della vita civile moderna, ma soprattutto verso un realismo dell'impressione che lo porta all'adozione sempre più massiccia delle tecniche del bozzetto e dell'acquerello che De Albertis non abbandonerà più e in cui acquista, in breve tempo, una straordinaria padronanza virtuosistica. Nel 1866, nonostante la sua partecipazione alla terza guerra d'indipendenza con Garibaldi a Bezzecca, espose a Brera una serie di acquerelli: Contadino nella Campagna romana (studio dal vero), Equipaggio, per F. Ponti, Prigionieri del forte Ampola in Trentino nella campagna del 1866 e Le guide, dedicato anch'esso, alla stessa campagna. Altri acquerelli comparvero nel 1867, Il paggio geloso, Ussari di Piacenza, Episodio della battaglia di Bezzecca; nel 1868 Francesco I re di Francia e la duchessa d'Etampes; nel 1869 L'alloggio militare, Un matrimonio civile nella Campagna romana, Animali all'abbeverata; nel 1870 Animali, Il monumento ai Mille nel giardino della villa Marsala a Desio, per il marchese Filippo Villani. Dopo la morte nel 1874 dell'unico figlio, Enrico, che lo avrebbe profondamente segnato, De Albertis ritorna ai temi a lui più congeniali della pittura di storia dipingendo il Garibaldi nei Vosgi unanimemente ritenuto il suo capolavoro, ma si dedica soprattutto alle scene di vita militare rievocate sulla tela con la vivacità descrittiva, l'immediatezza e la passione del protagonista e in cui diventerà altrettanto celebre in serrata emulazione con Giovanni Fattori. Nascono in questo periodo i numerosi oli e bozzetti dedicati alla battaglia di Pastrengo e tutta la lunga serie dei dipinti degli anni '80 e degli anni '90 con episodi di vita militare risorgimentale, cui non smise di lavorare fino alla morte avvenuta a Milano il 29 novembre 1897.
Battaglia di San Martino, olio su tela di De Albertis, 1877
Garibaldi a Digione su un campo di battaglia, olio su tela di De Albertis , 1877 , Museo del Risorgimento di Milano