Montechiaro d’Asti (Torino), 1847
Roma, 1881
Scrittore, giornalista, patriota
Nacque a Torino il 7 giugno 1847 da Teodoro, restauratore di quadri e modesto pittore, e da Rosa Pasta. Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza li trascorse insieme ai genitori e al fratello minore Guido nella città sabauda. L’ambiente torinese preunitario influì sulla formazione ideologica di Sacchetti che, non diversamente da molti suoi coetanei, fin da bambino si entusiasmò per i valori risorgimentali. Tra le prime amicizie non a caso vantò quelle di Giorgio Imbriani e Vittorio Turletti, suoi compagni di scuola. Il conseguimento dell’Unità non gli impedì di dare un contributo simbolico alla causa nazionale: nel maggio del 1866, non ancora diciannovenne, partecipò alla Terza guerra d’indipendenza, indossando con Antonio Galateo, Giovanni Massa e Giuseppe Cesare Molineri la camicia rossa dei volontari garibaldini nella campagna del Tirolo.
Visse per qualche tempo a Milano, stringendo rapporti d’amicizia con gli scrittori scapigliati divendendo pubblico difensore e divulgatore del movimento pur rimanendo lontano dall’estetica scapigliata in ambito letterario. Esordì col romanzo Cesare Mariani (1876), cui seguirono due raccolte di novelle (Tenda e castello - Cascina e castello, 1878; Candaule, 1879) caratterizzate da atmosfere morbose e psicologie ambigue. Le sue opere più convincenti sono i romanzi Cesare Mariani (1876) ed Entusiasmi (postumo, 1881), ambientato nella Milano delle cinque giornate. Inoltre completò e pubblicò l’incompiuto romanzo dell’amico Emilio Praga Le memorie del presbiterio (1881). Fu ingiustamente relegato tra i minori esponenti della scapigliatura per i toni e i contenuti di carattere eterogeneo dei suoi scritti. Morì a Roma nel 1881.
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Il romanzo "Entusiasmi" in un'edizione del 1948