Grosseto, 16 giugno 1845 - 19 giugno 1915
Ingegnere, patriota garibaldino
Ferdinando Ponticelli nasce a Grosseto il 16 giugno 1845 figlio di Luigi e Marianna Passalacqua. Ferdinando negli anni ’60 dell’800 studi da ingegnere e si occupa di allevamento di cavalli nell'azienda agricola di famiglia. La foto lo ritrae all’età di 21 anni subito prima dell’avvio della campagna della III guerra di indipendenza, arruolato tra i volontari di Garibaldi. Sfoggia la divisa “piccola montura “dello squadrone Guide a cavallo. La divisa è costituta da un copricapo floscio con visiera di colore grigio azzurro e una croce nera per fregio, da un dolman (giubbetto) dello stesso colore con 5 cordoni neri, pantaloni in tinta con il giubbetto e fascia nera laterale. Alcune Guide indossarono il classico copricapo garibaldino di colore rosso e altri addirittura il dolman rosso. Lo Squadrone Guide, comandate dal Colonnello Missori, già eroe della spedizione dei Mille, era inserito nel corpo volontari reclutati da Garibaldi; rispetto alle Guide presenti nell'esercito italiano montava cavalli di proprietà e Ferdinando raggiunse il luogo di concentramento insieme ad un'altra Guida grossetana, Ippolito Andreini, che sarà poi sindaco di Grosseto dal 1870 al 1879.Complessivamente, alla fine del reclutamento, saranno 380 i componenti dello Squadrone. Le Guide rappresentavano una specialità della cavalleria con specifici compiti di esplorazione in avanscoperta, l’osservazione delle forze nemiche, in certi casi la trasmissione celere di ordini ai reparti; nella campagna del Trentino costituivano inoltre la scorta di Garibaldi. I volontari di Garibaldi (complessivamente 43.543) mossero il 22 giugno del 1866 da Monza per penetrare in Trentino e raggiungere il Monte Suello il 3 luglio, teatro della prima importante battaglia. È qui che Garibaldi fu ancora una volta ferito alla coscia da “fuoco amico”. Pare che una parte della truppa fosse un po’ rimediata e che il colpo sia partito dall’arma di un volontario di fanteria che cercava di far funzionare un fucile non esattamente modernissimo. Dal momento del ferimento Garibaldi fu quindi costretto a seguire gli eventi e gli avanzamenti su una carrozza, un modernissimo “calèche” dotato di un sistema di ammortizzatori innovativo, prodotta e donata dalla famosa Manifattura di Carrozze Cesare Sala di Torino. La carrozza fu costantemente scortata da un drappello di Guide tra le quali Ferdinando. Nei giorni successivi, consapevole che L'Italia fosse in procinto di chiedere l’armistizio, dopo la battaglia persa contro gli austriaci a Custoza, Garibaldi tentò di accelerare la penetrazione in Trentino fino allo scontro finale a Bezzecca del 21 luglio che vide la vittoria delle truppe garibaldine. In questa battaglia finale anche la carrozza di Garibaldi fu direttamente coinvolta dal fuoco nemico. La cronaca del volontario senese Dante Pantanelli riporta “…di aver veduto cadere il cavallo della Guida Giannini di Firenze, subito rimpiazzato dal Ponticelli di Grosseto…“. Immediatamente dopo la battaglia di Bezzecca il re Vittorio Emanuele II, avendo firmato l’armistizio con l’Austria, ordinò a Garibaldi il rientro nei confini originari che rispose via telegramma con il celebre: Obbedisco. Al termine della guerra Ferdinando Ponticelli si laureò in Ingegneria e rientrò a Grosseto dove curò, insieme al Fratello Benedetto, l’azienda agricola di Famiglia in località Vallemaggiore. Benedetto Ponticelli, il fratello maggiore di Ferdinando nel '66 era nella Guardia Nazionale Mobilizzata e distaccato in Umbria. Partecipò poi attivamente all’organizzazione a Grosseto della Campagna dell’Agro Romano nel ‘67 e divenne a suo volta Sindaco di Grosseto nel 1889. Ferdinando rientrato a Grosseto, oltre a curare la gestione della sua azienda agricola, diverrà poi effettivamente ingegnere e sarà rappresentante autorevole della Camera di Commerci Svolse anche attività professionale come ingegnere, principalmente presso il Comune di Grosseto, del quale fu per lunghi anni assessore. Tra gli altri interventi fu il direttore dei Lavori della ristrutturazione del Teatro degli Industri a Grosseto e membro della commissione tecnica del progetto dell’acquedotto che nel 1896 portò l’acqua a Grosseto dall’Amiata. Il “sor Fernando”, come era chiamato affettuosamente dai suoi concittadini morì a Grosseto nel 1915. Tra le disposizioni del testamento anche un lascito di un mese di stipendio a tutti dipendenti del Comune di Grosseto.
Registro di primo arruolamento
Registro di arruolamento, Archivio di Stato di Torino
Foto di Garibaldi con dedica a Ponticelli
Carrozza di Garibaldi