Castelvetrano (Trapani), 5 agosto 1831
Roma, 3 agosto 1879
Frate, docente di filosofia morale, garibaldino
Frate dell'ordine dei francescani, studiò a Salemi e poi a Palermo. Fu professore di filosofia morale nel seminario arcivescovile, ma presto i suoi superiori gli tolsero la cattedra in quanto la sua filosofia fu considerata contraria ai dogmi della Chiesa. Si unì con Garibaldi a Marsala seguendolo nelle successive battaglie sino al 1864,quando venne accusato per vilipendio della religione. Una circostanza che lo determinò ad abbandonare lo stato religioso. Abbandonata la tunica si sposò a Lione con Camilla Vahè il 22 giugno 1872, il matrimonio suscitò numerose polemiche sia fra i suoi sostenitori che fra gli avversari politici. Combatté da cittadino e soldato sull'Aspramonte nel 1862; nel 1866 partecipò alla campagna di Garibaldi nel Trentino. Cominciò sergente, inquadrato nel Corpo Volontari Italiani e si distinse nella battaglia di Ponte Caffaro. Al termine del conflitto venne promosso sottotenente, ricevendo l’encomio personale di Garibaldi. Combattè anche a Mentana nel 1867 e infine in Francia a Digione con il grado di Maggiore. Visse a Roma con la vecchia madre, la sorella e la famiglia che si era creata. Svolse umili mestieri, senza nulla chiedere per sé ma favorendo centinaia di persone. Morì povero a Roma il 3 agosto 1879 lasciando anche la famiglia nella più squallida miseria.
Il giornale La Stampa così ha commemorato il Pantaleo:
[…] ….. Stamane alle ore 11 e mezza antim. moriva quasi improvvisamente, dopo poche ore di agonia, un caldo patriota, Giovanni Pantaleo. Moriva di affezione al cuore, nella più triste miseria, avendo appena di che sfamare, la moglie, i figli, la vecchia madre, la sorella, che senza di lui, non potranno ora che invocare la carità cristiana. Chi era Giovanni Pantaleo? Bisognerebbe chiederlo a Garibaldi, che a piè d'un suo ritratto scriveva: - all'uomo esemplare, amico mio fratello d'armi, Pantaleo, cui l'italia e il mondo devono gratitudine. Bisognerebbe chiederlo ai Siciliani, che cospiravano contro il Borbone, ai Garibaldini che combattevano a Calatafimi, a Milazzo, al Vomero, ad Aspromonte, a Bezzecca, a Mentana, a Digione. Giovanni Pantaleo nacque in Sicilia a Castelvetrano il 1835. Morto quindi a soli 44 anni.….. […]
È di grande curiosità la scoperta di tre lettere di Garibaldi al “cappellano dei Mille”. Sono state trovate tra le centinaia di volumi e manoscritti che gli eredi dello storico e drammaturgo Gianni Diecidue hanno donato al Comune di Castelvetrano, che ha diffuso la notizia. Le lettere, una spedita da Vinci nel 1867 e due inviate da Caprera tra il 1869 e il 1870; una quarta lettera è scritta a fra’ Giovanni Pantaleo da Stefano Canzio, genero di Garibaldi e figura di rilievo nella spedizione garibaldina. Nella lettera del 1867 Garibaldi sollecita fra’ Pantaleo a vigilare sulla solidarietà degli uomini della Chiesa per l’Unità d’Italia.
Padre Giovanni Pantaleo
Giovanni Pantaleo
Lettera spedita da Vinci scritta da Garbaldi a Pantaleo, 1867