Luigi Castellazzo

ID 10700

Pavia, 29 settembre 1827
Pistoia, 16 dicembre 1890

Patriota, ufficiale garibaldino, scrittore e politico italiano

Figlio di Giuseppe e Maria Cattani, studiò a Mantova fino al liceo e si iscrisse a Legge all'Università di Pavia nel 1845-46. Nel '48 fu espulso dall'università perché diffondeva tra i compagni manifesti rivoluzionari. Dopo le Cinque giornate di Milano si arruolò volontario nella Legione lombarda, combattendo contro gli Austriaci in Lombardia e poi a Roma per la difesa della Repubblica romana agli ordini di Manara. Fatto prigioniero dai francesi il 3 giugno '49, fu portato a Bastia; lasciò la Corsica a settembre e tornò a Mantova dove diventò segretario del Comitato rivoluzionario presieduto da don Tazzoli. La posizione del padre, giunto al grado di commissario di polizia di prima classe, gli fece sperare di non essere sospettato: perciò non fuggì dopo la scoperta della cospirazione. Ma, arrestato nell'aprile 1852, non seppe resistere alle pressioni morali e alle torture fisiche, e fece ampie rivelazioni. Lo storico Luzio e molti altri, accusarono Castellazzo di essere il responsabile del tradimento dei congiurati nei moti mazziniani di Mantova del 1851-52 tra i quali don Enrico Tazzoli e Tito Speri, condannati poi a morte a Belfiore. Altri, tra i quali Giuseppe Garibaldi, lo ritenevano un sincero e disinteressato patriota.
Castellazzo fu accusato di aver svelato agli inquirenti la cifra usata dai cospiratori, sulla base della rapida scarcerazione (fu l'unico ad aver ricevuto la completa impunità) e del conseguimento della laurea in Legge come alunno privato di un avvocato mantovano; oltre al buon trattamento pensionistico riservato al padre. Da parte sua Castellazzo calcò l'accento sulle torture che lo avevano stremato. Amico di Garibaldi, Bertanì, Alberto Mario, Sacchi (partecipe della cospirazione mantovana e fuggito tempestivamente) fu abile a minimizzare l'accusa di tradimento ma provò comunque rimorso per le rivelazioni fatte. Emigrò quindi in Piemonte e si arruolò nell'esercito regolare sotto lo pesudonimo di Giovanni Strada (poi, riconosciuto, riprese il vero nome). Combatté a Vinzaglio e a San Martino meritando due menzioni onorevoli. Ferito gravemente nella battaglia del Volturno, fu promosso maggiore; poi si congedò dell'esercito meridionale. Tornato in Alta Italia, nel luglio 1861, gli impegni letterari non lo distraevano dalla politica. Nel '65 a Firenze il C. conobbe Bakunin e si avvicinò al socialismo, come testimonia la sua produzione letteraria, passata dall'ispirazione patriottica a interessi sociali. Le idee anticlericali, umanitarie e massoniche di Castellazzo si delineano nelle sue ultime opere.
Nel 1866 si arruolò tra i Volontari di Garibaldi nella campagna per la liberazione dal dominio austriaco del Tirolo meridionale. Combattè valorosamente in veste di Maggiore del 2° Reggimento (condotto in modo discutibile dal comandante Spinazzi e successivamente guidato da Acerbi). Liberò Magasa, la Val Vestino e comandò esplorazioni pericolose oltre le linee austriache; fu decorato cavaliere dell'Ordine Militare dei Savoia. Nel '67 si recò a Roma per preparare l'insurrezione, ma fu arrestato e condannato alla galera perpetua. Liberato nel '70, raggiunse Garibaldi a Dôle in Francia contro i prussiani e fu nuovamente ferito. Intorno al 1871 Castellazzo entra in contatto con l'anarchico Cafiero e aderisce alla sezione dell'Internazionale costituita a Firenze nel marzo del 1872. Dal marzo '72 si era trasferito a Roma, perché nominato gran segretario della massoneria. Nel gennaio dello stesso anno fu prornotore a Firenze di un Fascio operaio, organizzazione dei lavoratori a carattere socialista. Imputato di cospirazione fu arrestato nel 1873 e assolto dopo vari mesi di detenzione. Riconfermato dalla costituente dell'aprile 1879, dove con U. Bacci fu relatore del nuovo progetto di costituzione, e ancora nel 1885 e nel 1887; tenne la carica fino alla morte.

Opere di Castellazzo: Lombardia 1848, edito nel 1862; Corso di conferenze: prolusione di Luigi Castellazzo, Roma, 1879; Tito Vezio, Roma, 1883; La Battaglia di Armagedon – Notti Vaticane, Roma, 1884.

https://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-castellazzo_%28Dizionario-Biografico%29/
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Castellazzo

 

facce2

Luigi Castellazzo

Tito Vezio ovvero Roma cento anni avanti all'era cristiana. Opera di Castellazzo in cui il protagonista, giovane patrizio romano, si schiera con i gladiatori in rivolta contro i padroni oppressori e, tradito, si uccide Ed. Perino Roma, Pubblicato nel 1883