Milano,
Vezza d’Oglio (Brescia), 4 luglio 1866
Capitano Antonio Frigerio, Comandante della III Compagnia, II Battaglione Bersaglieri Volontari. Caduto a Vezza d'Oglio
Ragioniere di 39 anni, già ufficiale dell’Esercito Austriaco, nel 1854 passò alla Cavalleria Italiana. Nel 1860 Frigerio partecipò all'insurrezione di Palermo, meta raggiunta in modo roccambolesco con il compagno milanese Luigi Perelli. I due si imbarcarono a Genova per Livorno alla volta di Malta, qui insieme ad alcuni romagnoli, noleggiarono un vecchio schooner a vela e riuscirono a sbarcare a Palma, da dove poi raggiunsero Palermo senza impedimenti. Nel 1866 si arruolò a Milano con Giusto Muratti nella Società dei tiratori che allo scoppio della III Guerra d’Indipendenza confluì nel II battaglione Bersaglieri di Garibaldi, al comando del maggiore Nicostrato Castellini. Frigerio, medaglia d'argento al valore militare, cadde sul campo di battaglia a Vezza d'Oglio. Il suo cadavere fu esumato dai garibaldini dopo la conquista del paese e traslato a Bergamo.
Si racconta di lui nell’opera Pagine del Risorgimento Italiano, di Leopoldo Pullè
“È cosa nota come, dopo la campagna di guerra del 1859, alcuni giovani milanesi, ufficiali di cavalleria nell'esercito austriaco, scioltisi dal giuramento che li legava allo straniero, fecero ritorno in patria e chiesero di essere ammessi, col loro grado, nell'esercito italiano. Erano questi, se la memoria non ci tradisce, l’Antonio Frigerio, il Forcella, i due fratelli Marchesi de Taddei — uno de' quali nel 1866 guadagnò, come vedremo, la Medaglia d'oro a Villafranca — e qualche altro. È noto, anche, come quel ritorno serotino, mettesse allora sossopra gli ufficiali di cavalleria de' reggimenti nei quali, i venuti dell'ultima ora erano stati destinati; danneggiando, per di più, nell'anzianità chi, per la patria, aveva dianzi arrischiata la pelle, contro quell'esercito del quale gli altri facevano parte. Motivo per cui, i danneggiati, con un momentaneo atto di crudeltà, in parte giustificato, ricevettero i nuovi intrusi come tanti cani rabbiosi. Antonio Frigerio, già ufficiale negli Ulani, dovette subire la sorte di tutti gli altri suoi compagni, in modo forse più violento. Messo, appena arrivato, come suol dirsi in contumacia, fatto segno giornalmente allo sprezzo ostentatamente espresso; fu trascinato, non a uno. solo, ma a tre duelli! Come poteva egli restare in Chiesa a dispetto dei Santi.' Offeso, angosciato, ferito più nell'anima che nel corpo, assetato di provare all'Italia, il fondo dei suoi sentimenti, si dimise, e andò a cercare, nelle ospitali file garibaldine, amico rifugio e lavacro di sangue. Ed ebbe l'uno e l'altro! Entrato nell'esercito dei volontari nel 1860, ufficiale colto, venne presto nominato Capo di Stato Maggiore della Brigata Eber. Sette anni dopo, il Bollettino Ufficiale delle ricompense pubblicava: — " Frigerio Antonio, capitano nel 2° Battaglione Bersaglieri. Medaglia d'argento al valor militare. Si distinse per coraggio nel combattimento, e cadde attaccando alla baionetta. — Vezza 14 luglio 1866. „ E chi sa quanti di quegli ufficiali che, sette anni prima, l'avevano crudelmente accolto, saputa la fine di quel bravo, non ne abbiano sentita una stretta di rimorso al cuore, e non abbiano esclamato, come noi esclamiamo : — Povero Frigerio!”
https://www.andreacavallari.it/Garibaldi/Garibaldi13.htm
Antonio Frigerio in divisa garibaldina
Antonio Frigerio