Marcaria (Territorio di Curtatone, Mantova), 23 ottobre 1816
Casatico (Mantova), 3 gennaio 1892
Patriota, possidente terriero, giornalista impegnato per i diritti dei lavoratori
Figlio di Giuseppe e di Cecilia Pallazzieri, Siliprandi nacque da una famiglia di ricchi possidenti terreri. Fu arrestato una prima volta nel 1847 per aver partecipato a dimostrazioni di piazza anti austriache. Nel febbraio del 1848 partecipò ai moti rivoluzionari a Parigi e nello stesso anno combatté con i volontari lombardi guidati da Manara,. nella Prima Guerra d'Indipendenza.
Siliprandi fu tra i venti partecipanti alla riunione del 2 novembre 1850, costitutiva del comitato rivoluzionario di Mantova guidato da don Enrico Tazzoli e stroncato dagli austriaci nel Martirio di Belfiore (7 dicembre 1852). Riuscì a sfuggire e venne condannato in contumacia.
Nel 1858, dopo che negli anni aveva venduto i terreni familiari, acquistò un fondo agricolo a Casatico, ma già nel 1859 si arruolò come furiere nel corpo dei Cacciatori delle Alpi. Il 12 giugno 1866 si arruola nel 3° Reggimento, Battaglione Compagnia Volante, nel quadro della Terza Guerra d'Indipendenza, con il grado di Capitano. Concluse l’esperienza militare nel 1870. Nel frattempo da posizioni democratiche e garibaldine si avvicinò alle idee socialiste e rivoluzionarie divenendo proudhoniano convinto (Pierre-Joseph Proudhon, 1809-1865) e vicino all’Internazionale Socialista.
I primi scritti dai quali si evince l’evoluzione politica di Siliprandi furono pubblicati sulla “Favilla”, il giornale fondato nel 1866 da Paride Suzzara Verdi, grande amico di Garibaldi e suo ex compagno della congiura di Belfiore. Fondò e diresse anche il giornale socialista mantovano “Il Lavoratore” scegliendo come motto: "La proprietà esclusiva è un furto . La proprietà legittima è il prodotto del lavoro - Dio è una creazione dell'uomo". Si spese per la difesa dei diritti dei lavoratori, promosse tra i contadini le organizzazioni di resistenza e tra i lavoratori le Società Operaie.
Nell’ottobre 1876 fu tra i fondatori dell’ "Associazione Generale dei lavoratori di Città e di Campagna" che in provincia di Mantova raccolse 1982 aderenti, dei quali 1666 braccianti. Ormai settantenne fu protagonista de La Boje, il moto contadino che nel periodo 1884-1886 sconvolse le campagne mantovane e venete e si concluse con il celebre processo di Venezia (1886) dove anche Siliprandi era imputato. Fu assolto con formula piena ma comunque dopo un anno di carcere preventivo. Morì nel 1892, anno in cui nacque a Genova il Partito dei Lavoratori Italiano, il futuro Partito Socialista Italiano, certamente anche per merito del suo impegno di una vita. I resti d Siliprandi riposano nel cimitero di Casatico.
L'epigrafe sulla lapide cimiteriale riporta: "Morì povero ed oscuro - 3 gennaio 1892 - milite settantenne di ogni idea generosa nelle battaglie nelle congiure offrì senza risparmio braccio mente e cuore. Chiaroveggente preursore apostolo indomito contro tutte le ingiustizie sociali della patria ebbe persecuzioni carcere oblio. La federazione socialista mantovana in cammino inarrestabile per la via da lui additata auspica la meta finale. Al suo miglior amico XI marzo MDCCCLXXXXIV".
Busto e lapide in memoria di Siliprandi a Casatico
Lapide dedicata a Siliprandi, Cimitero di Casatico (Modena)
Registro di arruolamento, Archivio di Stato di Torino