Alfonso Finizia

ID 30757

Sepino (Campobasso), 19 novembre 1849 - 14 settembre 1896

1°Reggimento CVI Battaglia di Monte Suello 3 luglio 1866 > Medaglia d’argento

Biografia di Giuseppe Tiberio (San Giuliano del Sannio CB) in occasione del 150° della III Guerra d’Indipendenza 1866-2016

Alfonso, Francesco di Paola Finizia nacque in Molise, a Sepino in provincia di Campobasso nel 1846 da Francesco, di professione legale e da Euchery Giacchi. La mamma era sorella di Michele Giacchi, membro della Camera dei deputati (Napoli) per il mandamento di Campobasso (15 giugno 1848-1849) in seguito alla promulgazione della costituzione del regno delle due Sicilie e in prosieguo direttore del Ministero dell'interno e della polizia del Regno delle due Sicilie dal 16 luglio al 6 settembre 1860 e segretario dello stesso dicastero durante il Governo dittatoriale di Garibaldi. Esponente del notabilato molisano Rimasto orfano di padre in giovane età, con sette fratelli più giovani di lui, era stato po­sto sotto la tutela dello zio Tommaso Finizia, funzionario governativo della provincia di Molise. Alfonso compì i primi studi ginnasiali a Sepino. Terminati gli studi liceali, fu inviato dalla famiglia a Lodi per studiare agraria nell'allora Istituto di Istruzione «Corte del Palasio» “onde prepararsi ad amministrare le proprietà terriere della famiglia.” Il giovane Finizia crebbe in un'atmosfera familiare patriottica caratterizzata da idee liberali che influenzarono non poco le sue scelte politiche giovanili. Suo cugino Alfonso Giacchi, militare di carriera e figlio del precitato Michele Giacchi, futuro senatore del regno sabaudo, partecipò alla battaglia di Custoza durante la III Guerra di indipendenza nelle file del regio esercito piemontese. Alfonso rappresentò la sinistra provinciale del nuovo stato nazionale, essenzialmente proprietaria e a diffusa base professionistica, cioè quella che con il 1865 prese in parlamento definitivamente il posto della classe borghese eminentemente intellettuale e culturale del 1848. Il 26 maggio del 1866, all’invito rivolto da Garibaldi alla gioventù studiosa d'Italia a prendere le armi per la liberazione del Veneto e del Trentino, appello a cui fra i primi avevano risposto gli studenti del liceo Arnaldo di Brescia, si arruolò nelle file del CVI presso il Comando Militare del Circondario di Lodi con altri tredici suoi compagni di istituto e venne assegnato al 1° reggimento 1° battaglione 1a compagnia. Partì da Lodi e come prima meta l'11 di giugno giunse a Camerlata (Como), il 17 a Lecco e infine il giorno successivo a Brescia, con destinazione Salò dove era situato il quartier generale di G. Garibaldi. Il battesimo di sangue del Finizia avvenne il 3 luglio a Monte Suello, nel Comune di Bagolino dove, in uno dei ripetuti scontri contro le tre compagnie di Kaiserjäger tirolesi dell'8a divi­sione del generale von Kuhn fu gravemente ferito al­la gamba sinistra. Ricoverato a Brescia, nell'ospedale maggiore, raccontò di aver ricevuto numerose testimonianze di genero­sità cittadina a cui però non corrispose un'adeguata assistenza sanitaria “quando perfino la visita di un veterinario serviva ad assicurare un malato”. In data 6 dicembre 1866 gli venne conferita la medaglia d’argento per essersi distinto per valore e coraggio e l’anno successivo il 24 marzo 1867 ricevette ufficialmente l’onorifico distintivo per valersene in quanto gli occorra, cosi come riportato nell’attestato di riconoscimento. Nel 1889 ottenne la croce dei cavaliere della corona e assieme ad altri reduci costituì l’associazione Superstiti delle Patrie Battaglie di Napoli. Nell’estate del 1896 in occasione del 30° anniversario della battaglia di Monte Suello si recò a Roma per prestare servizio in qualità di veterano alla tomba di Vittorio Emanuele II. Di ritorno a Sepino, fu costretto a letto per una riacutizzazione dei postumi della ferita contratta in combattimento. Morì Il 14 settembre. La madre, Eucherj l'anno dopo, nel 1897.

Un suo fraterno amico, Mario Chevrier* , vice presidente dell’ associazione Superstiti delle Patrie Battaglie di Napoli dal 1820 al 1870 saputa la notizia, così scrisse al fratello dell'estin­tLeopoldo:
La morte del vostro fratello Alfonso mi riempie l'animo di amarezza e la commozione onde sono preso, non mi dà la forza di parlare di Lui. Giovani pari età, con un 'idea accarezzata e generosa avemmo la dabbenaggine di sperare senza sottili ragionamenti. Indossammo la camicia rossa non ba­starda. Egli ferito a Montesuello, io a Bezzecca... Che mi passa per la mente!... Che ricordi!.. Abbiate tanto voi che la vostra Signora Madre e Parenti tutti del valoroso estinto le sentite e profonde condoglianze, tanto mie che quelle dei singoli componenti del consiglio direttivo dei Superstiti delle Patrie Battaglie di Napoli dal 1820 al 1870, che a me qual Vice Presidente me ne danno l'incarico...

                                                                                                                                      

http://augusto.agid.gov.it/GU Storica del Regno n 254 SO del 15 settembre 1866, elenco nominativo delle perdite sofferte dai Corpi Volontari Italiani (CVI) dal giorno 23 giugno al 21luglio 1866 ,1° reggimento feriti battaglia monte Suello del 3 luglio 1866
PIETRO RESCIGNO, Diario Sepino1800-1900, fatti personaggi frammenti di vita tra cronaca e storia nella sepino del XIX secolo, parte seconda, periodo post unitario – pag 71;278
ANTONIO FAPPANI, Alfonso Finizia medaglia d'argento di monte Suello - notizie e testimonianze sulla campagna del 1866 nel bresciano. Supplemento ai commentari dell'ateneo di Brescia fondazione "Ugo da Como" di Lonato per l'anno 1967, direttore responsabile Ugo Vaglia autorizzazione del tribunale di Brescia n. 64 in data 21 gennaio 1953 tipolito fratelli Geroldi - Brescia – 1967
RACCOLTA FINIZIA, Giornale di un volontario della Campagna del 1866; Il diario e le lettere sono conservate presso il pronipote Antonio Finizia di Milano

 

*Mario Chevrier nel 1869 fu eletto delegato dell’assemblea degli studenti all’Anticoncilio di Napoli promosso da Giuseppe Ricciardi. L’Anticoncilio di Napoli del 1869 promosso e descritto da Giuseppe Ricciardi
I edizione: Napoli, Stabilimento Tipografico Strada S. Pietro a Majella, 34, 1870. Invito ai i liberi pensatori di tutto il mondo civile riuniscansi in Napoli, coll'intento di opporre alla cieca fede, su cui si fonda il cattolicismo, il gran principio del libero esame e della libera propaganda, in Napoli prima città d'Italia, e la quale, pure nei tempi più scuri del medio evo, lottava contro la Curia romana, e respingeva l'Inquisizione.
La sede dell’associazione per le battaglie combattute per l'indipendenza d'Italia dal 1820 al 1870, fu inaugurata a a Napoli il 19 marzo 1890. I superstiti delle Patrie Battaglie dal 1820 al 1870 di Napoli nel dì 8 dicembre 1887 inauguravano il monumento Ai caduti di Castel Morrone il 1. ottobre 1860

 

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Alfonso Finizia in divisa garibaldina