Belluno, 1838
Belluno, 1914
Imprenditore, tipografo, assessore, sindaco, patriota
Nasce a Belluno nel 1838 da una famiglia modesta e inizia a lavorare come apprendista nella tipografia di uno zio. Nel 1859 si arruola nel 21mo Reggimento “Brigata Vittorio Emanuele” per combattere l’Austria nella II Guerra d’Indipendenza. Poi è inquadrato nel 39mo Reggimento fanteria, con il quale partecipa alle Campagne del 1859-60-61. Nel 1861 è nell’Ascolano, con i reparti inviati a reprimere il brigantaggio. Nel corso della battaglia di Mozzano, dove la Sesta compagnia viene quasi accerchiata e cade il capitano Zanettelli, Cavessago viene ferito e fatto prigioniero dai briganti. Insieme a lui vengono catturati anche i suoi amici bellunesi Gaetano Ferigo e Ferdinando Massenz. Riescono tutti a sfuggire alla fucilazione, perché dopo 20 giorni di prigionia vengono liberati dall’intervento delle truppe regolari dell’Esercito a San Martino degli Abruzzi. Cavessago rientra nelle fila del suo reggimento e riprende a combattere il brigantaggio nelle zone di Civitella del Tronto e nella Valle Castellana. Nel 1861 si congeda e riprende la professione di tipografo a Bologna, quindi a Torino nella tipografia “Augusta” e poi a Firenze. Nel 1866, quando l’Italia riprende le armi per la liberazione del Veneto, si arruola nuovamente con il grado di sergente nel VI Reggimento garibaldini e partecipa alla III Guerra d’Indipendenza nei combattimenti di Condino, Cimego e Bezzecca, rimanendo ferito nel passaggio del Chiese. Con la Pace di Vienna e il plebiscito con cui Napoleone III consegna il Veneto all’Italia, Federigo Cavessago ritorna a Belluno, sposa Rachele Massenz con cui avrà il figlio Luigi e apre la prima edicola per la vendita di giornali. Subito dopo avvia anche una piccola tipografia artigianale, che negli anni cresce e si trasforma in uno degli stabilimenti principali del settore, grazie al suo spirito imprenditoriale e all’acquisizione di sempre nuove macchine. Il tipografo Cavessago ottiene vari riconoscimenti e premi. Si distingue anche nella vita politica e sociale, diventando consigliere, assessore comunale, presidente della Camera di Commercio e delle Arti, consigliere della Banca mutua di Belluno e sindaco di Limana. Il 15 agosto del 1914 in occasione della cerimonia funebre, il cavalier Ferdinando Massenz pronuncerà le seguenti parole in memoria dell’amico e compagno d’arme scomparso: “Nel 1859, in quattro amici, lasciammo le case paterne, per correre là, dove la Patria chiamava e nel non breve tragitto fummo raggiunti da altri bellunesi, così da formare un drappello, e giubilanti raggiungemmo la meta”. Le cronache dell’epoca ricordano che “la salma del compianto Federigo Cavessago, cavaliere al merito del lavoro morto dopo lunga e penosa malattia all’età di 76 anni, venne posta sul carro di secondo ordine. Sopra alla bara c’era la camicia rossa e le decorazioni, il corteo seguì il percorso di via Carrera, piazza Campitello fino alla chiesa di piazza Santo Stefano dove si tenne il funerale.
https://www.bellunopress.it/2010/09/04/federigo-cavessago-quel-patriota-bellunese-che-combatte-con-garibaldi/