Domenico Cariolato

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Vicenza, 7 luglio 1835
Roma, 29 gennaio 1910

Valoroso patriota garibaldino, curatore dei figli di Garibaldi,

Durante la Prima guerra d’Indipendenza nel ’48, a 13 anni, partecipa attivamente alla difesa di Vicenza guadagnando la medaglia di bronzo al Valor Militare nel contingente romano per aver salvato da una granata una donna e i suoi figli. L’anno dopo (1849, ha 14 anni) Cariolato è fra i volontari che difendono la Repubblica Romana e qui incontra Garibaldi, al comando della Legione Italiana che presidia il Gianicolo. Si fa notare, l’avventuroso adolescente, sia per il suo coraggio in battaglia sia per una rispostaccia al generale Oudinot, comandante del corpo di spedizione francese mandato in aiuto del Papa, al momento della sua cattura disse: ” io vi faccio ridere voi mi fate ribrezzo”. Conclusa l’esperienza romana, Domenico non torna a Vicenza e si trasferisce in esilio a Torino, dov’è costretto a fare inconsueti lavori: prepara colori per l’Accademia delle belle arti, fa il modello, il maestro di nuoto e, intanto, studia. Dopo 10 anni di calma apparente, ritroviamo Cariolato nel ’59 arruolato come volontario nelle Guide a Cavallo dei Cacciatori delle Alpi. A 24 anni, dunque, inizia il lungo rapporto con il condottiero nizzardo.

Nel 1860 si dimette dai Cacciatori delle Alpi e si arruola nella formazione garibaldina per parteciopare alla spedizione dei Mille. Tra le guide a cavallo si distingue a Calatafimi, Milazzo e al Volturno. L’8 novembre a Napoli, è tra le quattro guardie che accompagnano Garibaldi all'incontro con Vittorio Emanuele II, qui l’Eroe dei due mondi presenterà al re il risultato del plebiscito. Dal 1861 al 1872 Cariolato è con Garibaldi, che nel 1862 lo fa entrare nella Massoneria a Palermo, ed entra nell’Esercito nel Reggimento “Lancieri di Milano”.
Nel 1866 Cariolato parteciperà alla Campagna per la liberazione del Tirolo meridionale nel contesto della Terza Guerra d'Indipendenza a Bezzecca, come aiutante di campo di Garibaldi, per la sua strenua attività viene promosso Maggiore con encomio.
L’anno successivo, gli verrà riconosciuta la nomina a Ufficiale dell’Ordine Maggione di Savoia. Presente con Garibaldi a Digione, nel 1872 viene congedato e, successivamente, insignito della nomina a Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, Cavaliere dell’Ordine dei S. Maurizi e Lazzaro e, nel ’98, Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia. Pur lasciando le armi, Cariolato continua a essere vicino a Garibaldi, come documenta l’epistolario fra i due, fino alla morte del Generale nel giugno del 1882. La fiducia nel suo ufficiale è tale che lo nomina curatore dei figli Menotti e Ricciotti.
Tornato civile entra in politica e viene eletto deputato nel 1882; rifiuta la ricandidatura in dissenso con il Trasformismo e si batte per i dirritti e la partecipazione attiva dei cittadini. Il matrimonio è in linea con il suo profilo etico e politico: la moglie Annamaria Piccoli, sposata nel 1874, pittrice e patriota, dirige un asilo rurale da lei stessa fondato.
Quasi al termine della sua vita Cariolato si trasferisce a Roma, dove muore il 29 gennaio 1910, membro della Commissione per il Cinquantenario di Marsala. Il suo corpo,  trasportato a Vicenza viene sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero della città.

Contributo di Alberto Bojes
https://ilpunto.news/domenico-cariolato-il-super-garibaldino-vicentino-sempre-a-fianco-delleroe-dei-due-mondi/
https://it.wikipedia.org/wiki/Domenico_Cariolato

 

 






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Busto dedicato a Domenico Cariolato, Gianicolo, Roma