Benedetto Cairoli

ID 50004 

Pavia, 28 gennaio 1825
Napoli, 8 agosto 1889

Comandante del Quartier Generale Garibaldino, Presidente del Consiglio dei Ministri tra il 24 marzo 1878 e il 19 dicembre 1878 e tra il 14 luglio 1879 e il 29 maggio 1881

Figlio primogenito di Carlo Cairoli, che nel 1848 accettò l'incarico di podestà di Pavia, durante la breve stagione del Governo Provvisorio: tornati gli austriaci, si rifugiò in Piemonte dove morì esule. Benedetto, studente del liceo classico Ugo Foscolo e poi della facoltà di Giurisprudenza sin dal 1844 all’università di Pavia, fu partecipe del crescente clima anti-austriaco e patriottico che lì dominava e si sarebbe tradotto in una larghissima partecipazione degli studenti ai battaglioni di volontari durante la prima guerra di Indipendenza. Nel 1848 ebbe un ruolo nelle Cinque Giornate di Milano. Nel 1859 ebbe un comando nel corpo dei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi. Nel 1860, con il fratello Enrico, fu ancora con Garibaldi alla spedizione dei Mille: fu ferito per due volte: la prima, in modo lieve, a Calatafimi e la seconda, gravemente, a Palermo nel 1860. Nel 1866, col grado di colonnello, partecipò alla campagna di Garibaldi nel Trentino. Nel 1867, mentre i fratelli Enrico e Giovanni conducevano lo scontro di villa Glori, combatté a Mentana. Nel 1870 partecipò ai negoziati informali con Bismarck, negoziati nel corso dei quali pare che il Cancelliere tedesco avesse promesso di appoggiare l'annessione di Roma da parte dell'Italia, a patto che il Partito Democratico si fosse adoperato per impedire un'alleanza fra il re Vittorio Emanuele II e Napoleone III. Fece parte della Commissione istituita nel dicembre 1861, per redigere il primo elenco dei Mille che sbarcarono a Marsala l'11 maggio 1860. Il prestigio del Cairoli fu grande, anche in quanto rifletteva i meriti dei quattro fratelli, tutti caduti nelle guerre risorgimentali: il padre morto in esilio, Ernesto morto tra i Cacciatori delle Alpi, Luigi morto a Cosenza, di tifo, durante la spedizione dei Mille, Enrico morto allo Scontro di villa Glori il 23 ottobre del 1867, Giovanni morto per le ferite riportare a villa Glori. Esemplare fu considerato il comportamento della madre: il suo rifiuto di accettare ricompense od onorificenze di qualsiasi tipo mise la famiglia in una luce ancora migliore di fronte agli Italiani. Cairoli fu uno dei più importanti rappresentanti di quella generazione di patrioti che, dopo aver speso tutta la vita cospirando e combattendo valorosamente per la causa dell'unità nazionale, non riuscirono ad adattarsi alle responsabilità derivanti dall'attività parlamentare e dalle cariche pubbliche statali che furono chiamati ad occupare, e che, a causa della loro scarsa conoscenza degli affari internazionali e del modo di gestire l'amministrazione, furono involontariamente di ostacolo allo sviluppo del Paese.

 

https://www.camera.it/leg18/515?presidenti_camera=29
https://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-cairoli_%28L%27Unificazione%29/
https://it.wikipedia.org/wiki/Benedetto_Cairoli

facce2

Benedetto Cairoli nel 1880

Targa commemorativa in via Cairoli 106, Ovada (Alessandria)

Busto commemorativo a Verona