Brescia, 16 novembre 1829
Cimego (Tn), 16 luglio 1866 morto in battaglia
Patriota garibaldino
Nato da Giuseppe ed Elisabetta Turelli, sin da giovani i due fratelli, Carlo e Agostino aderiscono ai movimenti risorgimentali italiani. Nel 1848 Agostino si arruola nel battaglione bersaglieri al comando del maggiore Luciano Manara, celebre eroe nazionale. In seguito prende parte nell’organizzazione dei moti insurrezionali di Milano del 1853: Agostino è scoperto dalla polizia piemontese che lo confina a Vercelli. Nel 1859, in prossimità del conflitto pianificato da Cavour, Agostino lascia la Sardegna per unirsi ai Cacciatori delle Alpi di Garibaldi che si stanno radunando in Piemonte. Agostino è inquadrato nel 2° reggimento di Giacomo Medici come sottotenente e partecipa agli scontri di Varese, San Fermo e alla Battaglia di Treponti su suolo bresciano. Raggiunto il grado di luogotenente. Dopo l’armistizio di Villafranca passa all’esercito regolare nel 4° reggimento dal quale però rassegna le dimissioni nel 1860 per unirsi alla spedizione di Giacomo Medici (una sorta di seconda ondata dei Mille), raggiungendo Garibaldi in Sicilia e combattendo al comando della 6^ compagnia (formata quasi interamente da studenti milanesi). Suo fratello Carlo è al suo fianco. Alla battaglia del Volturno (1860) Agostino guadagna invece il grado di maggiore e la nomina a cavaliere dell’Ordine militare di Savoia. Con G. Nicotera viene mandato nelle zone di Catanzaro e Crotone per preparare il terreno alla spedizione garibaldina, ma il lavoro del bresciano è vanificato dall’esito del “Fatto dell’Aspromonte” (29 ago. 1862), quando Giuseppe Garibaldi subisce la celebre “ferita”.
Tornando in Italia, nel giugno 1866 si prepara una nuova guerra contro l’Austria. Agostino è nominato maggiore nel 6° Reggimento volontari (alle dipendenze del colonnello Nicotera) al comando del 1° Battaglione. Poco convinto delle qualità di Nicotera, chiede invano d’essere assegnato ad altro comando e si risolve infine a organizzare gli arruolamenti a Bari. Ma la sera del 15 luglio 1866 il 6° Reggimento si posiziona nella valle solcata dal fiume Chiese, presso la località di Condino: nello scontro del giorno dopo, lo schieramento troppo allungato dei volontari consente agli Austriaci una manovra di accerchiamento che il Lombardi tenta di rompere con un difficile contrattacco. Appena guadato il Chiese sul ponte di Cimego, Agostino è colpito a morte, ma la sua coraggiosa iniziativa consente al grosso dei volontari di ripiegare ordinatamente e di attendere i rinforzi dalle vicine località di Storo e Darzo.
Nell’ordine del giorno, Garibaldi commemora la morte di Agostino Lombardi “nobile esempio e pegno di vendetta nelle future battaglie” (Pozzi, p. 20).
Con r.d. del 6 dic. 1866 è conferita al Lombardi la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, «per essersi spinto sul ponte di Cimego alla testa di una compagnia ed avere caricato alla baionetta l’ inimico che si avanzava. Cadde ivi morto colpito da una palla al petto».
https://bresciagenealogia.wordpress.com/2020/06/25/fratelli-agostino-e-carlo-lombardi/

Agostino Lombardi in tenuta garibaldina
