di Graziano Riccadonna
La sala colma di pubblico al Circolo Pensionati ha decretato venerdì sera (6 settembre 2013) il successo della presentazione del libro di Giulio Poli. “La sezione del PCI di Riva del Garda 1921-1991”, la storia della Sezione del PCI di Riva del Garda, settant'anni di storia sezionale, è una piccola storia nel mare delle tensioni internazionali di questo dopoguerra, e nella lunga storia politica del PCI nazionale: “Ma fu una storia gloriosa, per merito dei militanti che negli anni 1945-1991 vi hanno militato”. Dall'affermazione di Poli parte la disamina della storia del partito comunista, la storia quindi di una cellula in un mare più grande, ma pur sempre un microcosmo di tensioni più vaste: basti ricordare che proprio nel Basso Sarca alla fine del 1990 si svolse un grande convegno degli oppositori ad Occhetto (Cossutta, Ingrao, Magri, Vendola, Bassolino). La fine del PCI rivano nel 1991 segue quindi la fine del PCI nazionale, di cui è specula. Giulio Poli, classe 1925 ben portata, nasce da famiglia liberale antifascista, figlio di Filiberto (1885-1947), nipote di GioBatta, a suo tempo Podestà di Riva ed esponente di rilievo della Pro-Patria, Comitato MAR, società di Mutuo Soccorso per gli operai, frequenta il liceo “Maffei” entrando giovanissimo nelle fila della Resistenza con Gastone Franchetti e poi con il leader del PCI rivano, Dante Dassatti, partecipando alla battaglia di Riva dell'aprile 1945. Quindi è testimone diretto della strage del 28 giugno 1944 come studente del liceo. Dopo la laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, vince il concorso per l'assunzione alla locale AEM di Torino ed ivi è nominato dirigente, fino pensione. Viene eletto consigliere comunale per il PCI torinese dal 2085 al 1990. “Una antica storia rivana” la definisce lo stesso Poli, dovuta al suo amore per la città natale, amore mai cessato o diminuito, ma anzi aumentato con lo scorrere degli anni. Così nasce dai documenti e dalle testimonianze questa storia del PCI, che è anche la storia di una città di provincia che avanza nel tessuto democratico di una regione autonoma in una società connotata da elementi di democrazia ma anche di ostacoli. Da qui il compito di un PCI rivan
o, combattivo, propositivo, mai settario o chiuso. Un PCI che ha avuto tra le sue fila una serie di rappresentanti, anche donne, di tutto spicco, dalla dottoressa Confalonieri all'ultima epigona, Rita Frapporti. Eppoi insigni intellettuali, quali Luciano Baroni. Tra questi, l'on. Renato Ballardini, che ha preso la parola alla presentazione organizzata dall'associazione “Pinter” e dal MAG Alto Garda in collaborazione con biblioteca, ANPI e UNCI, accanto all'ass. Flavia Brunelli Il segretario ANPI, Sandro Schmid, ha affrontato il tema dell'antifascismo nella cellula del PCI, mentre il direttore del Museo Storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi, ha passato in rassegna le tappe di una storia sì rivana, ma rappresentativa di un mondo intero.