Riva, città gagliarda città cortese
Tutela e restauro nella Riva di Luigi Antonio Baruffaldi (1850-1905)
2000
A cura di Barbara Scala
Quaderno n. 2
pp. 130
Tipografia Tonelli (Riva del Garda)
A cavallo tra la Riva tradizionale ottocentesca e la Riva moderna dell’arch. Gian Carlo Maroni, la Riva di Luigi Antonio Baruffaldi si pone come displuvio fondamentale tra due età architettoniche e storiche diversissime: e le connette in un disegno armonico di lungo respiro, allineandosi alle altre città asburgiche italiane, la Trento di Paolo Oss Mazzurana così come la Arco del Kurort mitteleuropeo. Le trasformazioni urbanistiche e architettoniche del sessantennio che comprende la seconda metà dell’Ottocento, a partire dal 1848, fino ai primi anni del Novecento, vedono l’influenza diretta o indiretta di Luigi Antonio Baruffaldi, podestà di Riva dal 1851 al 1854 e dal 1861 al 1864, nonché storico, membro influente della Commissione d’Ornato cittadina e soprattutto per mezzo secolo Conservatore e successivamente socio corrispondente dell’i.r.Commissione Centrale per l’indagine e la conservazione dei Monumenti dell’Impero.
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