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Lorenzo Bandini e il suo biglietto di andata e (forse) ritorno
Valli a capire, i percorsi della mente. Il detective malinconico che Camillo Ischia ha deciso di mettere in pista per il suo nuovo romanzo giallo - lo avete in mano, leggetelo con calma, gustate certi particolari, è un libro che fa compagnia, garantito - si chiama Bandini. Lorenzo Bandini. E se il primo pensiero, per un attimo, è andato all’Arturo Bandini protagonista dei grandi romanzi di John Fante, il secondo si è fatto più preciso, più circostanziato. E dal baule dei ricordi della lontana giovinezza, ecco: Lorenzo Bandini, il pilota di Formula 1 che muore nell’incendio del suo bolide, sulla pista di Montecarlo, nel 1967. Tremolanti immagini in bianco e nero raccontavano, attraverso il televisore, ed era novità, una leggenda sportiva che incontrava la morte.
Non c’entra nulla con il Lorenzo Bandini di Camillo Ischia, detective privato, cinquantenne, cacciato anni prima dalla Squadra mobile di Trento. Ma i pensieri che corrono vanno assecondati, perché aggiungono un che di misterioso. Ad un racconto che è sorretto da un titolo accattivante, da un finale che non si svela neanche sotto tortura, da una scrittura che è ancora più sicura che nel precedente “Il mestiere del detective” (dove peraltro, di sicurezza, ve n’era già, eccome). Trentatré capitoli, secchi. I personaggi sono restituiti con la capacità che ha Ischia di instillare umanità, simpatia o antipatia, in pochi tratti. Una come Aurora mica si scorda facilmente, vedrete. I luoghi sono quelli di casa nostra, della “sua” Arco, ma anche Trento, e poi Verona e
poi le strade, i bar, gli uomini di legge e quelli che camminano in direzione ostinata e contraria, i gatti. I romanzi di Ischia (ce ne saranno altri, saranno sempre affidati a piccole coraggiose realtà editoriali come l’Araba Fenice: si tributino le giuste lodi all’Associazione arcense) hanno il colore dei noir, spruzzati di malinconia, della fatica di vivere, delle piccole cose quotidiane, del male che spunta ad incrinare realtà tranquille (ma lo sono poi davvero, tranquille?). Gli si vuole bene, al Camillo. E a suoi personaggi. Al suo essere appartato, a coltivare un distacco che è solo apparente, tale è la sua capacità di leggere una realtà complicata qual è quella in cui siamo immersi. Spesso spaventati, talvolta soli. Ecco, si vorrebbe che il biglietto staccato dal detective Bandini non fosse di solo andata, come annuncia il titolo. Ma, giacché Camillo Ischia ci ha già stupito più di una volta, il biglietto che noi acquistiamo alla sua personale stazione delle storie narrate come si deve, è un biglietto di andata e ritorno.


Dalla prefazione di Carlo Martinelli

 

                                      Apericena con delitto al Cantiere 26 (Arco, 28 ottobre 2022)                        Presentazione del libro presso la libreria Cazzaniga di Arco (18 novembre 2022)