Raffaele Tosi

ID 16202

Rimini, 1833
Rimini, 6 aprile 1913
Militare, patriota

Nel 1848, a soli 15 anni, decise caparbiamente di servire la Guardia Civile, mobilitata per la difesa del Veneto insorto. Venne quindi nominato Tamburino (non combattente) ma non tardò a diventare un combattente vero e proprio. Durante l’assedio di Venezia, a Marghera, s’impegnò nei combattimenti contro gli austriaci, guadagnandosi l’ammirazione dei superiori e dei commilitoni. Venne, però, colpito da febbre. La malattia lo costrinse ad allontanarsi da Venezia ma per poco tempo: non tardò a raggiungere Roma. Qui, sempre in prima linea rimase gravemente ferito ad una coscia. Ricoverato a Trastevere, assistette all’agonia di Luciano Manara, del moro Andre Aguyar e dii altri eroi. Il generale Giuseppe Garibaldi gli conferì un certificato affermando che: “Questo milite merita encomio e considerazione, per la sua bella comportazione nei fatte d’arme di Roma nel 1849”. Sebbene reso inabile dalle fatiche della guerra per la ferita mai guarita, questo “forte” romagnolo decise di seguire il suo generale nelle successive campagne: dalla II Guerra d’Indipendenza alla Spedizione dei Mille dove, per la seconda volta, rimase ferito guadagnandosi la prima medaglia d’argento al “Valor militare”. Nel 1866, allo scoppio della III Guerra d’Indipendenza, Tosi si arruolò come luogotenente nel 5° Reggimento Volontari garibaldini e nella Giornata di Bezzecca (21 luglio) si guadagnò la seconda medaglia al “Valor militare”. La menzione recitava: “Per aver mostrato molto slancio nel caricare la baionetta, animando sempre i soldati in momento di gran pericolo. Fuggì dalle mani del nemico dopo essere stato fatto prigioniero”. Guarito fu nominato aiutante maggiore 1° del suo reggimento, e nel 1867 aderì subito all’appello che Garibaldi aveva rivolto agli Italiani per la liberazione di Roma. Divenne capitano del 7° battaglione della 3° colonna comandata dal Colonnello Eugenio Valzania, distinguendosi con coraggio ed iniziativa. Rientrato dopo tante battaglie nella sua Rimini, dedicò il resto della vita ad opere di pace, fu più volte ospite di Garibaldi nella sua Caprera; il generale lo ebbe particolarmente a cuore, negli ultimi anni di vita, lo chiamava “carissimo e prode fratello d’armi”. Raffaele Tosi morì il 6 aprile del 1913 ed ebbe solenni onoranze funebri dai concittadini e dai pochi compagni di battaglia sopravvissuti giunti dalla Romagna e dalle vicine Marche.

 

 

 

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