Louis Appia

ID -

Hanau (Germania), 1818
Ginevra (Svizzera), 1 marzo 1898                                                                                                                                                                                                                                                                              Medico svizzero, cofondatore della Croce Rossa Internazionale, pioniere degli aiuti umanitari

Louis Paul Amédée Appia nacque ad Hanau sul fiume Meno, vicino a Francoforte. Il padre Paul, originario di Torre Pellice (Torino) era pastore valdese mentre la madre, Caroline Develay apparteneva a una famiglia di Yverdon nel cantone svizzero di Neuchâtel. Terzo di sei figli, studiò nel collegio di Francoforte sul Meno e all'età di 18 anni si diplomò a Ginevra. Nel 1838 frequentò la facoltà di medicina presso l'università di Heidelberg e nel 1843 si laureò medico-chirurgo. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1849, abbandonò la Germania per trasferirsi insieme alla madre in Svizzera, esercitando la professione di medico a Jussy, piccola cittadina nelle vicinanze di Ginevra. Nel 1853 sposò Anna Carolina Lassere dalla quale ebbe due figli, Paolo e Adolfo, noto sceneggiatore, e due figlie, Elena e Maria. Nel 1859, sollecitato da alcune lettere inviate da suo fratello Giorgio Appia, all'epoca pastore valdese a Pinerolo, Luigi si trasferì in Italia, dove insieme ad alcuni infermieri volontari inviati dalla Société évangelique de Gèneve si occupò di prestare i primi soccorsi ai feriti delle battaglie di Palestro, Magenta e Solferino. In questo periodo entrò in contatto con Henry Dunant, un giovane impiegato di banca ginevrino, con cui strinse un forte legame di amicizia. Colse inoltre l'occasione per visitare, nel luglio dello stesso anno, gli ospedali militari da campo di Torino, Milano, Brescia e Desenzano del Garda, costatando l'insufficienza dei soccorsi e le difficoltà dei medici a operare in condizioni di estrema precarietà. All'Ospedale San Filippo di Milano venne sperimentata con successo la sua invenzione, il carro ambulanza, trasportando a lunga distanza un tenente gravemente ferito. Ovunque si adoperò per la cura dei feriti e per la raccolta dei fondi necessari alla prosecuzione della sua opera. Rimasto fortemente impressionato dalla sua esperienza in Italia, mandò alle stampe Le Chirurgien à l'ambulance (1859), nuove ricerche a proposito del trattamento delle ferite da arma da fuoco. Il testo, indirizzato a Napoleone III e ad altre influenti personalità dell'epoca, ebbe fin da subito un grande successo. Nel 1860, insieme a Henry Dunant, fu decorato dal re Vittorio Emanuele II di Savoia con la Croce dell'Ordine di San Maurizio e di San Lazzaro. Nel 1862, insieme ad Henry Dunant e altri tre cittadini svizzeri, il giurista Gustave Moynier, il generale Henry Dufour e il medico Theodore Maunoir, creò il Comité genevois de secours pour les militaires blessées, conosciuto dal 1876 con il nome di Comité international de la Croix-Rouge (Comitato Internazionale della Croce Rossa). Il Comitato promosse le idee proposte da Dunant nel libro Un souvenir de Solférino e portò alla firma della "Prima Carta Fondamentale" del 29 ottobre 1863 e alla "Convenzione di Ginevra" del 22 agosto 1864. Nello stesso periodo, Louis Appia propose al Comitato che tutto il personale volontario impegnato sui campi di battaglia portasse un bracciale bianco come simbolo di riconoscimento. Tale idea fu in seguito ripresa dal generale Dufour che aggiunse al centro del bracciale una croce rossa. In breve tempo la croce rossa su campo bianco divenne il simbolo ufficiale dell'organizzazione. Nel 1866, partecipò alla battaglia di Bezzecca, organizzando con il fratello George, l’ingegnere inglese William Jervis (direttore del Museo industriale di Torino) e lo studente di teologia Giovanni De Vivo, il primo servizio di assistenza per i feriti in accordo con Giuseppe Garibaldi. In questa occasione venne a contatto con alcune valorose infermiere volontarie, prime fra tutte l'inglese Jessie White, moglie del capitano Alberto Mario. Il 23 luglio dello stesso anno si spostò a Storo, dove insieme al Corpo di Sanità garibaldino, diretto dal medico milanese Agostino Bertani, organizzò un ospedale in una grande casa a tre piani che venne battezzata "Ospedale di Santa Caterina", ricevendo in seguito da Garibaldi un caloroso ringraziamento per l'aiuto prestato ai suoi volontari. Il giorno successivo raggiunsero Tiarno preparandosi a ricevere molti dei 451 garibaldini feriti nella cruenta battaglia di Bezzecca, A Tiarno operò nella cura dei militari feriti anche il dottor Giuliano Venturini, medico condotto a Bezzecca. Il 30 luglio, a Pieve di Bono, ospite della famiglia Glisenti, Appia incontrò il generale Garibaldi ricevendo i calorosi ringraziamenti per l'aiuto prestato ai suoi volontari. Per tutti gli anni a seguire si dedicò a questa missione, già riconosciuta a livello internazionale. Si spense a Ginevra il 1 marzo nel 1898. Cosa rappresentò il primo storico intervento ufficiale della Croce Rossa a sostegno dei feriti avvenuto nella battaglia di Bezzecca, nella Terza Guerra d’indipendenza dell’Italia, lo testimoniò lo stesso Giuseppe Garibaldi nella lettera inviata nel luglio 1866 alla neonata associazione “…Signori, che dirò io a degli uomini come voi, la cui missione sublime è il sollievo dell’umanità sofferente, a voi la cui abnegazione ha tanto contribuito a diminuire le pene dei miei camerati feriti? Che Dio vi benedica, e che Egli benedica tutti gli uomini benefici che appartengono alla vostra santa istituzione! Io sarò felice se voi mi vorrete considerare per la vita il vostro devoto e riconoscente confratello…”.
Oggi Avenue Appia a Ginevra e Dr.-Appia-Strasse a Hanau portano il suo nome     

 

Archivio della Società di Studi Valdesi (in ATV), Fondo Famiglia Appia
Analecta Historico Medica Societas Internationalis Historiae Mecicinae VI (2)
https://riforma.it/it/articolo/2019/07/18/bezzecca-e-storo-trentino-targhe-memoria-di-louis-appia/                                                                                                                              

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Foto di Louis Appia, dalla Società Studi Valdesi, collezione privata

Monumento commemorativo dedicato a Louis Appia e Charles Van de Velde situato sul luogo della battaglia di Dybbøl (Danimarca), Guerra dei Ducati, 1864

Il bracciale di neutralità appartenuto al chirurgo Louis Appia, riporta tre date fondamentali dei suoi interventi in guerra: 1864 Schleswig (Danimarca), 1866 Italia, 1870 Francia. Segna l'inizio dell'organizzazione del soccorso laico, il primo al mondo

Lapide commemorativa dedicata a Louis Appia per il 153° anniversario della Battaglia di Bezzecca (21 luglio 1866) - Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo di Tiarno di Sotto, la stessa che quel lontano giorno accolse morti e feriti