Enrico Albanese

ID -

Palermo, 11 marzo 1834
Napoli, 5 maggio 1889                                                                                                                 

Medico chirurgo personale di Garibaldi, partecipò alle campagne del 1860, 1862, 1866 e 1867

Durante l'età giovanile visse a Palermo nel Palazzo tardo barocco detto Torre Maniace insieme alla madre Donna Francesca, che tanto contribuì alla formazione culturale e ideologica di Enrico e del fratello Achille.  Il padre, l'Avv. Giovanni morì quando i due fratelli erano ancora giovani. Entrambi appartenevano all'élite siciliana dell'epoca, combatterono per liberare l’isola dalla schiavitù borbonica e divennero cospiratori accaniti. Si laureò in “Chirurgia” nel 1861 nella Regia Università di Palermo per poi percorrere le tappe della carriera universitaria fino alla presidenza della Facoltà di Medicina del Regio Ateneo palermitano, del quale diresse la clinica chirurgica. Si recò quindi a Firenze si avvicinò ad alcuni siciliani, come Lanza di Trabia, con cui maturò una coscienza politica volta alla realizzazione dell'Unità d'Italia. Rientrò dopo qualche tempo a Palermo e nella propria residenza, Palazzo Sambuca, organizzò delle riunioni insieme ad altri cospiratori, con i quali ufficialmente discuteva di anatomia chirurgica. A partire dal 1860, su raccomandazione del Prof Gorgone (ritenuto all’epoca il più illustre chirurgo siciliano), Albanese fu scelto come medico curante di Garibaldi e invitato a far parte del suo esercito. Tra Garibaldi e Albanese si instaurò un profondo e duraturo rapporto che proseguì fino alla morte dell’eroe. Albanese insieme ai medici Basile e Ripari, curò a La Spezia le ferite di Garibaldi riportate in Aspromonte il 29 agosto 1862. L’estrazione della “regia Palla” avvenne il 23 novembre a Pisa ad opera del Prof. Zannetti. Interessante sottolineare come riguardo alla ferita in Aspromonte, Albanese, insieme ai colleghi Ripari e Basile firmò la petizione affinché fosse ritirato il provvedimento che intimava a Garibaldi di rimanere sul "Duca di Genova" a seguito dello stato di arresto. Se il Generale fosse rimasto ancora una notte sulla nave, ne sarebbero conseguite gravi conseguenze per la sua salute. Fu così che i tre medici si determinarono a firmare la richiesta volta a trasferire Garibaldi in altra sede più consona alla cura della ferita. Albanese fu anche un valoroso combattente, prese parte a tutte le guerre d’indipendenza e fu insignito della Croce Militare di Savoia. Nel 1866 Albanese curò la ferita di Garibaldi riportata a Monte Suello. Alla fine del 1866 rientrò a Palermo dove nel 1867 e nel 1885 fronteggiò epidemie di colera e tubercolosi. Tornò con Garibaldi nel 1867 nella campagna per la conquista di Roma capitale che si concluse con la nota disfatta. Nel 1870 si recò in Germania per documentarsi sull’efficiente sistema sanitario di quel paese. Sposò la nobildonna milanese Emilia Venini Ginami che gli era stata presentata da Enrico Cairoli. Nel 1873 a Palermo fondò l’Ospizio Marino, che oggi porta il suo nome e ha ancora funzioni di ospedale. Albanese trasmise agli eredi documenti, fotografie e carteggi e fino alla fine della vita del Generale, si recò a Caprera a fargli visita. Quando Garibaldi morì, nel 1882, Albanese accorse immediatamente ma giunse a Caprera quando Garibaldi era già morto. Tornò ad operare all'Ospedale di Palermo e nella sua città fondò la "Gazzetta Clinica dello Spedale Civico di Palermo Organo delle Cliniche Universitarie". Si occupò di divulgare le teorie di Lister, e fu tra i primi chirurghi del Regno d'Italia, a utilizzare sale operatorie antisettiche per l'esercizio dell'attività. Si occupò anche di sperimentare la cura del cancro attraverso iniezioni (secondo il metodo di Thiersch). Fu professore di Clinica Chirurgica all'Università di Palermo e Preside della Facoltà di Medicina. Morì a Palermo a 55 anni per le conseguenze del morbo di Addison. Verrà ricordato da storici e letterati del tempo, fra i quali Carducci che in una missiva alla sorella di Francesco Crispi scrisse le seguenti parole: "Amo e ammiro la Sicilia di cui Enrico Albanese è il più caro e nobile figlio che io conosca».    

 

http://www.garibaldini.org/2021/04/caprera-garibaldi-ed-enrico-albanese/  https://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/259742_un_segreto_durato_mezzo_secolo_mio_nonno_cur_garibaldi/ https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Albanese    
https://www.treccani.it/enciclopedia/enrico-albanese_%28Dizionario-Biografico%29/                                                                                          

 

 

 

 

facce2

Enrico Albanese, Catalogo generale dei Beni Culturali, post 1862 - ante 1877

Statua di Enrico Albanese, Palermo, Ospizio Marino, scultore Filippo Piazza

Lapide commemorativa, Palermo, Cimitero di Santa Maria di Gesù