Emilio Praga

ID 11510

Gorla, Milano, 1839
Milano 1875
Scrittore, poeta, patriota  

Nacque da una famiglia agiata e in gioventù viaggiò a lungo per l’Europa, fermandosi soprattutto a Parigi. Di tali viaggi lasciò un resoconto in forma di diario in Schizzi a penna (1865). Nel 1866 si arruolò con Arrigo Boito e Franco Faccio tra i volontari garibaldini durante la III Guerra d’Indipendenza. Cominciò ad affermarsi precocemente, sia come pittore, sia come poeta (Tavolozza, 1862). Morto il padre, l’azienda familiare andò in rovina ed Emilio non seppe adattarsi a un lavoro regolare; si diede all’alcool e alla vita sregolata. Pubblicò due raccolte di versi: Penombre (1864) e Fiabe e leggende (1867), postumo uscì il volume Trasparenze (1878). Tra le sue opere in prosa la più notevole è il romanzo “Memorie del presbiterio” (incompiuto, ultimato dall’amico R. Sacchetti e pubblicato nel 1881). Il testo, dichiaratamente “ribelle” è considerato il manifesto ideale della Scapigliatura e apre la raccolta Penombre (1864). Il bersaglio principale della polemica, il «casto poeta» acclamato dagli italiani altri non è che Alessandro Manzoni, il poeta romantico per eccellenza, da tutti imitato e paragonato a un dio, destinato però a crollare di fronte all'avanzata del moderno degli anticristi scapigliati. La lezione di Praga riprende dunque gli argomenti cari a Baudelaire e ai decadenti francesi. Morì in miseria appena trentaseienne.

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Scapigliatura, Emilio Praga

E. Praga, Memorie del presbiterio, Prima ed. italiana, Torino, 1881

Registro di arruolamento, Archivio di Stato di Torino