Corrado Dodoli

ID 8983

Livorno , 14 aprile 1838
Livorno, 13 aprile 1881

Navicellaio, patriota livornese

Corrado Dodoli figlio di Costantino e Teresa Fiorini, nacque a Livorno il 14 aprile 1838. Faceva il navicellaio, ovvero il conduttore di piccoli mercantili fluviali, così come molti volontari livornesi. Fin da ragazzo aveva un carattere impetuoso e ribelle tanto che ad appena tredici anni, durante l'occupazione austriaca di Livorno, ricevette quindici frustate per aver insultato una sentinella. Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille assieme a Jacopo Sgarallino. Concluse la campagna con il grado di sergente e ricevette la medaglia commemorativa ed acquisì il diritto alla pensione dei Mille. Fu ancora con Garibaldi nel 1866 nel 9° reggimento Volontari Italiani in Trentino e nel 1867, sempre insieme a Sgarallino, nella spedizione dell'Agro Romano. Tornato a Livorno, non si sposò e cominciò a vivere in modo dissoluto, tra alcol, disordini e congiure. Passò alla storia come una delle figure di spicco dell'estremismo livornese, tra popolani e marinai noti per lo spirito combattivo e l’atteggiamento intimidatorio nei confronti degli avversari. Nel 1869 fu coinvolto in un oscuro episodio di attualità: la sera del 23 maggio a Livorno, il Console del Regno Imperiale d'Austria Niccolò Inghirami e il Generale Franz Folliot von Crenneville, furono assaliti al porto da persone armate di coltelli. Il console morì, il generale che probabilmente era il vero bersaglio, rimase ferito; vent'anni prima, Crenneville era stato governatore di Livorno per conto dell'Austria, lasciando indelebile memoria di sé per la dura repressione seguita ai fatti del 1849. Il movente fu individuato nel desiderio di vendetta che albergava tra gli ambienti mazziniani e gli autori individuati furono Dodoli e i fratelli Sgarallino. Gli imputati ebbero l'aperto appoggio di Garibaldi che si espose pubblicamente e pretese un collegio di difesa che comprendesse anche l'ex garibaldino e futuro presidente del Consiglio Francesco Crispi. Il processo, celebrato a Siena, si concluse nel gennaio 1871 con l'assoluzione degli imputati, presumibilmente le autorità temevano la reazione popolare livornese; leggendo gli elementi del processo infatti, si rilevano numerosi indizi di colpevolezza. Dodoli comunque subì il carcere, probabilmente per altri fatti. Appena uscito, nel febbraio 1871, il tenente Corrado Dodoli partì da Livorno con una squadra per la spedizione garibaldina sui Vosgi a sostegno della Francia repubblicana contro i prussiani. Negli anni successivi, con Sgarallino, si avvicinò all'Internazionale e alle prime associazioni anarchiche. Morì il 13 aprile 1881 a Livorno.

 

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facce2

Corrado Dodoli in divisa garibaldina

Volantino politico livornese in difesa di Dodoli, Livorno, 11 giugno 1869

Monumento a Corrado Dodoli, Cimitero dei lupi, Livorno, 1881