Giovanni Rizzo

ID 43629

Dolo (Venezia), 14 febbraio 1843
Roma (eccidio di Casa Ajani), 25 ottobre 1867

Giovanni Rizzo nasce da Giuseppe e Giuseppina Vanzan; la famiglia Rizzo non doveva essere molto facoltosa, ma questo non impedisce a Giovanni di iscriversi anche all’Università, Facoltà di Matematica nell’anno scolastico 1862-63 a 19 anni. Dopo aver frequentato i primi due anni di università a Padova, Giovanni lascia la città del Santo e va a Bologna dove si iscrive all’Università, Facoltà di Matematica per ottenere la “libera pratica” di Ingegnere Civile ed Architetto. Sono gli ambienti scolastici liceale ed universitario padovano, quindi, che indirizzarono le giovanili tendenze di Giovanni Rizzo, ma non può essere stato secondario il clima politico che si viveva a Dolo dove il sentimento di ostilità verso l’occupante straniero era ben presente e diffuso. A Padova, inoltre, avevano sede numerosi comitati segreti di patrioti che erano espressione sia delle componenti moderate, quelle cosiddette filo-piemontesi e savoiarde che quelle radicali e repubblicane che seguivano le dottrine di Mazzini ed il sensibile ambiente studentesco ne era particolarmente attratto. Alla data dell’esame di libera pratica a Bologna – il 23 maggio 1866 – l’arruolamento al Corpo Volontari Italiani al comando di Garibaldi era già aperto dall’8 maggio. Non appena gli è possibile, Giovanni si arruola come volontario con il numero di matricola 43629, luogo di provenienza Dolo, Provincia Venezia, assegnato all’ 8° Reggimento, Compagnia 17, grado Volontario. È, a tutti gli effetti, un Garibaldino. Probabilmente è il coronamento di un sogno che si portava fin da bambino, quando la leggenda di Garibaldi cominciava a formarsi e diffondersi a macchia d’olio nelle terre occupate dagli austriaci. La campagna del Corpo Volontari Italiani del 1866 segue le vicende della terza guerra di indipendenza. In quei mesi Giovanni Rizzo segue le vicissitudini del suo Reggimento che sono quelle vissute dai Garibaldini attorno al lato ovest e a nord del lago di Garda, sulle Alpi Giudicarie, attorno a Brescia e nel Trentino. Ritroviamo poi Giovanni Rizzo nuovamente impegnato con i garibaldini anche nell’anno successivo e per lui fatale, il 1867 a Roma, nell’ambito dei quella che molti anni dopo verrà chiamata la Campagna dell’Agro Romano. Alcuni rivoluzionari attivi si erano radunati presso il Lanificio Ajani a Trastevere in via della Lungaretta 97, dove si preparavano armi e bombe per gli insorti. A seguito di una delazione nella mattinata del 25 ottobre 1867 un nutrito contingente di zuavi pontifici dà l’assalto al lanificio iniziando uno scontro a fuoco tra i circa quaranta insorti barricati nel lanificio e i circa trecento zuavi che soltanto a sera, e con l’aiuto di un altro contingente di soldati, riescono a conquistare il lanificio. Nello scontro muoiono Francesco Arquati, direttore della fabbrica, con la moglie Giuditta Tavani Arquati ed il figlio Antonio, Paolo Gioacchini con i figli Giuseppe e Giovanni, Cesare Bettarelli, Giovanni Rizzo di Dolo, Enrico Ferrochi, Rodolfo Donnaggio, Francesco Mauro e Augusto Domenicali.

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Registro di arruolamento, Archivio di Stato di Torino